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Delega fiscale, via libera entro l'11 agosto. La promessa di Laura Cavandoli

Pierpaolo La Rosa
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«La nostra intenzione è quella di procedere con la terza e definitiva lettura della delega fiscale, alla Camera, entro la pausa estiva, entro l’11 di agosto». Indica il cronoprogramma per l’approvazione finale delle misure di riforma del sistema tributario italiano, attualmente all’esame della commissione Finanze del Senato, la deputata della Lega e componente della commissione Finanze di Montecitorio, Laura Cavandoli.

Onorevole Cavandoli, quali sono le principali novità contenute nella riforma fiscale del centrodestra?
«La riforma è una svolta per gli italiani. Si punta sulla diminuzione della burocrazia, attualmente ci sono ben 2.500 adempimenti: cerchiamo di semplificarli, li riduciamo e li rendiamo più facili per i contribuenti e non vogliamo che i cittadini vengano sanzionati quando non c’è evasione. È un messaggio, forte, che intendiamo lanciare».

Quanto agli altri interventi?
«La delega recepisce una serie di proposte normative già presentate dalla Lega: eliminazione di una serie di microtasse, per cui costa di più gestirle di quanto viene incassato, costituzionalizzazione dello Statuto del contribuente, graduale riduzione delle tasse e riequilibrio del rapporto con il fisco. In commissione poi abbiamo inserito alcuni miglioramenti tra cui la rateizzazione del maxi acconto di novembre per le partite Iva, la liquidazione da parte degli Enti locali delle imposte dovute come, ad esempio, l’Imu, l’accorpamento delle scadenze e la riduzione della ritenuta d’acconto, e la tutela degli immobili anche di interesse storico artistico».

Insomma, obiettivi chiari quelli presenti nella delega sul fisco.
«Sì, obiettivi chiari anche per migliorare la riscossione. Cerchiamo di rendere più facile il pagamento delle tasse, con l’obiettivo di abbattere l’evasione fiscale. Si tratta di una riforma che rimette al centro il quotidiano delle famiglie e delle imprese italiane. Rimettiamo la cedolare secca sulle locazioni commerciali, il graduale superamento dell’Irap, l’Imposta regionale sulle attività produttive, a favore delle imprese: un superamento che abbiamo già in parte fatto, ora vogliamo ampliarlo alle società di persone ed alle associazioni dei professionisti. Spazio anche alla progressiva riduzione delle aliquote dell’Irpef, da quattro a tre, sempre nell’ottica finale del mandato parlamentare di una flat tax, di una aliquota unica. C’è la rimodulazione dell’Iva e delle accise: in questo caso sarà un lavoro molto impattante in vista di una semplificazione, anche perché abbiamo dei vincoli europei. Nella delega, infine, si è previsto di incentivare le aziende ad assumere, sfruttando il superammortamento e la riduzione dell’Ires, l’Imposta sui redditi delle società, per le imprese che investono o che fanno assunzioni».

Infine, c’è la proposta di pace fiscale lanciata dal leader della Lega, Matteo Salvini, che ha ricevuto critiche feroci dalle opposizioni.
«È un argomento che è stato molto strumentalizzato o male interpretato. E’ un tema contenuto nel programma condiviso del centrodestra: con la pace fiscale si va incontro non agli evasori totali - che evidentemente sono sconosciuti al fisco - ma si vuole dare una possibilità a quelle imprese e a quelle persone che hanno regolarmente provveduto agli adempimenti fiscali, ma che non sono state in grado di pagare le tasse. La pace fiscale non è un condono né un incentivo a non pagare. Noi ci siamo trovati con un magazzino fiscale di 1.153 miliardi di euro, di cartelle esattoriali arretrate di cui, di fatto, come ammesso dalla stessa Agenzia delle entrate, possono essere riscosse un quantitativo per un importo di 110-115 miliardi di euro: parliamo di meno del 10%. Di fronte a questa situazione, l’intenzione della Lega è quella di valutare una riapertura di quella rottamazione nata con Renzi nel 2016, proseguita da Gentiloni nel 2017, portata avanti negli ultimi anni, fino alla legge di Bilancio per il 2023: rottamazioni che hanno portato ad incassare 81 miliardi di euro».

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