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Santanchè, mozione di sfiducia in Senato. Il Pd si accoda ai 5Stelle

Gianni Di Capua
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Torna al centro del dibattito politico, all’indomani del Consiglio dei ministri che ha assunto importanti provvedimenti in tema di turismo, la questione della mozione di sfiducia a Daniela Santanchè, presentata dal Movimento 5 Stelle nel giorno in cui il ministro era intervenuta in aula in Senato, per riferire sulle vicende giudiziarie che riguardano le sue imprese, al centro da settimane di inchieste giornalistiche. Ora, per la mozione dei pentastellati c’è una data precisa: la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha stabilito che arriverà in aula la mattina del 26 luglio.

 

«Ci auguriamo che la nostra mozione venga sostenuta da tutti» ha dichiarato il presidente dei senatori M5S, Stefano Patuanelli. La richiesta di calendarizzazione è stata sostenuta dal M5S, «con una specie di silenzio-assenso da parte delle altre opposizioni» ha riferito il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. «Come ha detto il segretario Schlein, lavoteremo» ha ribadito il capogruppo del Pd Francesco Boccia. Intanto, in un’intervista alla Verità, il ministro puntualizza: «Io vado avanti e certo non è nelle mie disponibilità decidere il che fare. Però non capisco da cosa mi dovrei difendere. Io sono prima di tutto un cittadino e non partecipo ai processi mediatici e per me la verità è quella dei tribunali. Ricordo che comunque, a oggi, non ho ricevuto alcun avviso di garanzia. Ho fiducia nella giustizia, vediamo».

 

L'inchiesta della Procura di Milano ipotizza il reato di bancarotta e falso in bilancio su presunte irregolarità nella gestione delle società del gruppo, fondato da Santanchè. La secretazione dell'iscrizione della ministra - da quanto riferito dalla procura - è stata effettuata il giorno successivo, il 6 ottobre, ed è stata desecretata dopo tre mesi, come previsto dal comma 3 bis dell'articolo 335 del codice di procedura penale. Nel frattempo, trascorsi i primi sei mesi di indagini, la Procura ha depositato a un gip lo scorso fine marzo una prima richiesta di proroga, di cui per questioni burocratiche Santanché non avrebbe ancora ricevuto la notifica. 

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