lega in fermento
Salvini protagonista dell’estate politica: così si riprende la scena
Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L’autunno la ricorda, l’inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla. Ennio Flaiano sembra involontariamente descrivere gli intensi mesi che sta vivendo Matteo Salvini. Perché il segretario della Lega, dopo un periodo tutt'altro che semplice, stretto tra i postumi del Papete, le presunte polemiche con i governatori del Nord e i trionfi di Giorgia Meloni, è tornato, in questa infuocata estate 2023, assoluto in protagonista della scena politica. Il leader del Carroccio, da dieci giorni a questa parte, ha dettato almeno tre volte l'agenda a giornali e televisioni, siti specializzati e radio, senza dimenticare gli ormai centrali social network. Le sue esternazioni son state cioè così esplosive dall'essersi trasformate nel tema di dibattito del giorno.
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La prima è stata quella relativa alle possibili alleanze europee in vista delle elezioni del 2024. Un monito agli alleati di governo di andare tutti nella stessa direzione, ma anche il frutto di un'analisi equilibrata: senza l'Unione Europea dalla nostra parte, l'emergenza sbarchi (di immigrati) potrà solo essere contenuta. Ma non risolta. È stata poi la volta dello sciopero dei trasporti. E del tentativo di mediazione con i sindacati. Per fare capire loro che, esentarsi dal lavoro in una simile stagione, rappresenta un danno enorme per uno dei settori trainanti della nostra economia, il turismo. Salvini ha ricordato alla sinistra che per guadagnare occorre lavorare. Un concetto semplice, spesso dimenticato dalla sinistra, pronta a bastonare imprenditori e partite iva, ma ad essere sempre molto indulgente con chi ha un contratto stabile.
Infine, il Capitano ha invocato una "definitiva pace fiscale". Un'autentica rivoluzione copernicana, che ribalti il rapporto (tanto caro ai nipotini di Carlo Marx) sudditi - Stato in cittadini consapevoli (e magari persino soddisfatti) - Stato. E la sinistra? Ovviamente non ha capito granché. Perché continua a guardare (in modo ossessivo) il dito e non la luna che viene indicata dal dito stesso. Basti pensare a Maria Cecilia Guerra, responsabile del Lavoro del Pd. "Quando è legittimata l'evasione non si arresta mai".