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Forza Italia, Tajani eletto segretario. I figli di Berlusconi: “Fate vivere i suoi ideali”

Luigi Frasca
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Il dopo-Berlusconi ha inizio. Gli oltre 200 membri del consiglio nazionale di Forza Italia si ritrovano all’hotel Parco dei Principi di Roma e, orfani del "padre" fondatore, cercano di reagire al comprensibile smarrimento aggrappandosi ad alcune certezze: la prima è Antonio Tajani, eletto segretario "reggente" fino alla celebrazione dal congresso; la seconda arriva dai figli del Cavaliere e sembra fugare le preoccupazioni sul futuro, anche economico, del partito. «Grazie per l’appoggio e la vicinanza che avete sempre dato al nostro caro papà. E grazie per tutto ciò che da oggi farete per continuare a far vivere gli ideali di libertà, progresso e democrazia che hanno sempre contraddistinto il suo pensiero e le sue azioni», scrivono i familiari nel messaggio letto in apertura del consiglio. «Una lettera molto affettuosa e cordiale, piena di incoraggiamento, anche nei mie confronti», la definisce Tajani, che dunque riceve anche una benedizione personale da Marina, Pier Silvio e i fratelli, con i quali «non abbiamo parlato di soldi», ovvero degli oltre 90 milioni di euro di crediti che la famiglia vanta nei confronti di FI, ma «mi pare che il messaggio sia chiaro», precisa il leader del partito. Il quale viene poi incoronato all’unanimità nuovo «segretario nazionale». Non «presidente» perché, questa una delle novità emerse durante la kermesse, «c’è solo un presidente e non ce ne sarà un altro», spiega il vicepremier.

 

 

Presente Manfred Weber, presidente del Partito popolare europeo che di Tajani sottolinea «esperienza, dedizione e leadership» che «continueranno ad essere fondamentali per un’Italia prospera e forte». Quindi è il momento degli altri adempimenti statutari: vengono inserite le parole «Silvio Berlusconi presidente fondatore» nel frontespizio, Fabio Roscioli viene eletto amministratore nazionale, cioè tesoriere del partito. «Oggi raccolgo un’eredità impossibile» ma «la mia volontà è di trasformare i sogni di Berlusconi in realtà: ho bisogno del vostro aiuto, dell’aiuto di tutti i militanti, perché prima di tutto mi considero un militante», sono le parole con cui il neo-segretario prova a galvanizzare i presenti, sottolineando che «gli ultimi sondaggi ci dicono che siamo all’11%» e assicurando che «siamo al governo lealmente» ma «senza spirito di compiacenza nei confronti di altri», con «le nostre proposte e i nostri valori». Anche «alle prossime europee Forza Italia deve guardare al grande partito dell’astensione. Vogliamo essere il centro, la pietra angolare del sistema politico italiano, e vogliamo essere il centro del centrodestra. Siamo alleati ma siamo diversi dai nostri alleati», un «punto di riferimento dei moderati», rivendica Tajani, lanciando una sorta di manifesto programmatico sui temi cari agli azzurri. A partire dalla giustizia: «Il garantismo è un principio fondamentale per noi» ed «essere garantisti non significa essere contro i magistrati», rilancia, precisando che anche «quando chiediamo la separazione delle carriere non c’è nulla contro i magistrati ma c’è la richiesta di un processo giusto» e di un giudice «al di sopra delle parti».

 

 

Il ministro degli Esteri torna pure sulle polemiche attorno alla proposta del guardasigilli Carlo Nordio di modificare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e ribadisce che «l’analisi di Nordio è impeccabile dal punto di vista giuridico», ma, precisa, «io non ho mai parlato di urgenza» e «si deciderà insieme come e quando fare la riforma». Tajani sarà segretario fino al congresso che, annuncia, si terrà prima delle Europee. Ma ora bisogna essere «uniti per non disperdere l’eredità di Berlusconi» e «non mi piacciono i pettegolezzi da terza elementare, preferisco il dibattito sui contenuti» non su «facce» o cariche fasulle«. Il riferimento e alle polemiche interne e alla dialettica tra le correnti, che al momento sembrano sopite ma, giurano in molti, sono pronte a riesplodere se FI dovesse calare nei sondaggi. I big del partito ci sono tutti. Come previsto non c’è la deputata e ultima compagna di Berlusconi, Marta Fascina, ma ci sono i suoi fedelissimi Tullio Ferrante e Stefani Benigni.

 

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