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Mafia, Gasparri non si trattiene per le indagini su Berlusconi e le stragi: “Fantascienza”

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Dopo Matteo Renzi anche Maurizio Gasparri si scaglia contro la Procura di Firenze per le indagini su Silvio Berlusconi e i presunti legami con la mafia e la stagione stragista di Cosa Nostra. Il senatore di Forza Italia e vicepresidente dell’aula di Palazzo Madama inorridisce per il lavoro dei pm sul Cav: “Con un’interrogazione parlamentare avevo chiesto, alcune settimane fa, al ministero della Giustizia se non ravvisassero l’opportunità di un’ispezione presso la Procura di Firenze. Dal dicastero ho avuto una risposta negativa. Nordio non ritiene che si debba disporre un’iniziativa del genere. Che per quanto mi riguarda invece era necessaria allora ed è indispensabile ancora di più adesso. Vedo infatti che un’indagine, che definire sorprendente è poco, insiste sulla tesi in base alla quale Berlusconi e Dell’Utri avrebbero istigato sostanzialmente la mafia ad attuare le stragi del 1993. Protagonisti quindi di attentati in serie, compreso quello a Costanzo e ad altri obiettivi disseminati per l’Italia”.

 

 

“Ci furono allusioni anche in riferimento ad altre stragi precedenti. Gli italiani giudicheranno la portata di queste indagini. Il mio giudizio è molto severo. Siamo al di là della costruzione di teorie o della descrizione fantascientifica della realtà italiana - sbotta Gasparri -. Siamo ben oltre questa dimensione. E ci sono perquisizioni, atti investigativi destinati a svolgere una indagine incommentabile. Ho già detto che chiederò ai miei elettori se reputano più credibile il finale dell’ultimo film di Indiana Jones, in cui grazie a una macchina del tempo i nazisti si trovano a combattere con Archimede nella Siracusa del 200 avanti Cristo, o questa indagine secondo la quale Berlusconi e Dell’Utri avrebbero ordinato attentati e stragi”.

 

 

Gasparri è un fiume in piena sui magistrati: “Io già so qual è la risposta che si deve dare. Ma al di là delle battute, la situazione sta diventando veramente difficile da tollerare. Poi si contesta la politica quando parla dell’uso politico della giustizia. Poi dobbiamo assistere alla maratona giornalistica e comunicativa in cui De Lucia passa la palla a Caselli, poi interviene Spataro seguito da Nello Rossi e Di Matteo, poi scrive qualche altro magistrato, in servizio o in pensione, nel tentativo di impedire al Parlamento di fare una riforma”. L’esponente forzista poi conclude dicendo che “ci siamo risparmiati le interviste e gli articoli di Davigo solo perché il noto inquisitore milanese è stato recentemente condannato in primo grado e quindi probabilmente impedito momentaneamente di svolgere la sua funzione di oracolo della Repubblica. De hoc satis. Altro che urgenza riforma. Altro che ispezione ministeriale. Qui veramente siamo al di là di ogni immaginazione”.

 

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