Il governo propone 10 modifiche al Pnrr. Ora l'esame della Ue
Dal «Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia», al «Rinnovo del parco ferroviario di trasporto pubblico regionale con treni puliti e servizio universale», dalle «Infrastrutture di ricarica elettrica» alla «Creazione di imprese femminili». Queste sono solo alcune delle modifiche, condivise con la Commissione europea, che riguardano 10 obiettivi su 27 relativi alla quarta rata di pagamento da 16 miliardi e interessano sei ministeri: Imprese e Made in Italy, Infrastrutture e Trasporti, Ambiente e Sicurezza Energetica, Istruzione e Merito, Cultura e Politiche di Coesione. Modifiche che, come spiegato dal ministro per gli Affari europei, la Coesione il Sud ed il Pnrr, Raffaele Fitto consentono al Paese di «tenere fede al percorso stabilito» senza alcun «de-finanziamento» delle risorse in arrivo da Bruxelles. «La quarta rata - ha spiegato - grazie a queste modifiche può essere oggetto di una richiesta di pagamento che inoltreremo nei prossimi giorni». Infatti, ha voluto precisare il ministro, «se avessimo lasciato gli obiettivi» così come indicati in precedenza si sarebbe andati incontro a un «lavoro molto complesso di verifica» da parte della Commissione europea, come fra l’altro sta avvenendo per la terza rata prevista dal Piano e non ancora pervenuta. Inoltre si sarebbe corso il rischio di «non raggiungere gli obiettivi» indicati.
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Ma andiamo a vedere nello specifico che tipo di rimodulazioni sono state proposte alla Commissione. La prima riguarda il progetto «Cinecittà» per lo sviluppo dell’industria cinematografica. Sono due modifiche e riguardano soltanto aspetti formali e non sostanziali. Sulla tecnologia satellitare e l’economia spaziale le proposte di modifica coinvolgono due progetti specifici: SatCom e Osservazione della Terra. Con riferimento a Satcom è stata ridefinita la misura tenendo in considerazione i recenti sviluppi del mercato, così da evitare sovrapposizioni con gli investimenti privati in corso nel settore dell’Internet delle cose, basato su piccoli satelliti. Mentre per il progetto sull’ossevazione della Terra è stato corretto un errore materiale in quanto l’incubatore nel Sud Italia è finanziato esclusivamente con risorse del fondo complementare ed era stato erroneamente incluso fra i progetti finanziati con risorse del Pnrr. Sugli asili nido è stata rivisto l’obiettivo intermedio dell’aggiudicazione di tutti gli interventi previsto dalla quarta rata con l’aggiudicazione di un primo set di interventi e l’impegno a lanciare un nuovo bando per raggiungere l’obiettivo finale. Chiarito il numero di nuovi treni passeggeri, 3, a emissioni zero e di altre 100 carrozze per il servizio universale. Sempre sulla mobilità ferroviaria è previsto che le stazioni di rifornimento per i nuovi treni «green» siano realizzate in prossimità dei siti locali di produzione di idrogeno. In tema di idrogeno viene specificato che «nessun gas naturale deve essere utilizzato per la produzione di idrogeno da utilizzare nella riduzione diretta del ferro».
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Per quanto riguarda le colonnine di ricarica elettrica, visto che a frone delle 6.500 infrastrutture previste, 4mila nei centri urbani e 2.50 nelle aree extraurbane, risultano pervenute richieste per 4.700 infrasrutture di ricarica nelle sole aree urbane. Per questo si chiede di modificare l’obiettivo agli esiti delle proceduredi selezione impegnando il governo a pubblicare nuovi bandi per consentire il raggiungimento del target finale. Tra le modifiche inerenti al Ministero dell’ambiente il governo ha chiesto di aumentare l’obiettivo dell’Ecobonus. Si chiede anche di rendicontare l’installazione di caldaie a condensazione a gas in sostituzione delle caldaie a minore efficienza. Per quanto riguarda gli interventi nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo settore si richiede di pubblicare avvisi di «almeno 50 milioni di euro» invece di avvisi esattamente di 50 milioni di euro, come è stato stabilito fino a oggi, al fine di consentire un migliore utilizzo della dotazione complessiva di 220 milioni di euro. Sulle imprese al femminile si chiede di eliminare i riferimenti specifici ai singoli strumenti finanziari così da consentire flessibilità nell’attuazione della misura. Riformulati anche i criteri per l’erogazione del sostegno finanziario.
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