M5S, Conte si prende il partito piazzando i suoi per le europee: i nomi del nuovo corso
Movimento 5 Stelle: si cambia. L’ormai ex movimento di Beppe Grillo, quello del Vaffa e dei tre mandati, è pronto a diventare il partito di Giuseppe Conte. La prossima tornata europea infatti vedrà tanti e tante grillini arrivare al capolinea della propria esperienza politica ed finire rimpiazzati da nomi di fiducia dell’ex presidente del Consiglio. A Bruxelles infatti arriva, dopo Camera e Senato, la tagliola dello stop al terzo mandato e dei big – nonché Cinquestelle della prima ora - come Fabio Massimo Castaldo e Tiziano Beghin si ritroveranno disoccupati.
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Ma cosa fare con l’Europarlamento, dove è prevista la preferenza alle urne? Presentare sconosciuti tra le liste sarebbe un azzardo troppo grande. L’ex avvocato starebbe così lavorando a portare alle prossime europee volti noti dell’area progressista e persone a lui molto vicine, un po' come successo con l’elezione di Alfonso Colucci, suo notaio di fiducia. Conte, nella sua riorganizzazione del partito, starebbe così pensando ad esempio a Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire, convinto pacifista e fervente cattolico. Altro giornalista che potrebbe arrivare alla corte dell’ex premier, sarebbe Gaetano Pedullà, direttore del quotidiano La Notizia. Non sembrano esserci dubbi, scrive Repubblica, sulla candidatura di Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, da sempre sostenitore del reddito di cittadinanza e in cordiali rapporti anche con il fondatore dei grillini. Sfumate le ipotesi Luisella Costamagna e Donatella Bianchi - già occupate a condurre i loro programmi in Rai – si aprono le suggestioni: prima fra tutte quella di Michele Santoro, già in passato eurodeputato, pacifista anche lui e sulle stesse posizioni di Conte sul conflitto Russia-Ucraina. Ma il giornalista è troppo indipendente e sarebbe quindi molto difficile da controllare e, all’occorrenza, frenare.
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Stesso discorso anche per l’eterno ex, Alessandro Di Battista. Tra i fondatori del Movimento, per anni numero 3 del M5S – secondo solo a Luigi Di Maio per gradimento della base – sarebbe un uomo troppo ingombrante e farebbe troppa ombra al leader. E, come per Santoro, le possibilità di rivederlo tra i candidati dei grillini sono minime. Qualcuna in più l’avrebbe al momento Rocco Casalino, portavoce di Conte nei suoi anni a Palazzo Chigi e capo della comunicazione in salsa Cinquestelle. Ma anche su di lui i ben informati procedono con cautela. Rimane poi un nodo finale da sciogliere: capire cioè quale sarà il collocamento europeo del Movimento. Perché fallito l’aggancio al gruppo dei socialisti, sembra essere a un punto morto la discussione con i verdi europei, passaggio fondamentale per Conte che vorrebbe vestire i panni dell’ambientalista per rosicchiare al Partito Democratico qualche voto. Mentre i verdi di casa nostra non vogliono saperne di allargare lo schieramento ai 5 stelle per differenze ideologiche evidenti, quelli tedeschi temono l’inserimento dell’avvocato pugliese e della sua truppa e la conseguente perdita del comando degli ambientalisti europei. Tutto rimandato a settembre, ma la strada per Conte è sempre più in salita.
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