Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

“Dedicata a te”, una social card per la spesa delle famiglie in difficoltà

Luigi Frasca
  • a
  • a
  • a

Si chiama «Dedicata a te» la social card da 382,5 euro che le famiglie più in difficoltà - con Isee fino a 15mila euro e almeno tre componenti- potranno usare per fare la spesa. L’iniziativa varata dal governo nella legge di Bilancio ora nel vivo: a partire dal 18 luglio i Comuni invieranno automaticamente- senza bisogno di presentare richiesta- le istruzioni agli aventi diritto per il ritiro delle card Postepay presso gli uffici postali. «Il problema principale di quest’anno sulle famiglie italiane è l’inflazione, oggi c’è una iniziativa che riguarda 1,3 milioni di famiglie in difficoltà con il cosiddetto caro-carrello, abbiamo investito 500 milioni di euro», spiega in un videomessaggio il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Si vuole tutti insieme aiutare le famiglie, la card va attivata entro il 15 settembre ed è un piccolo ulteriore aiuto verso le famiglie in difficoltà. Noi ci siamo, cerchiamo di fare del nostro meglio per dare una mano». La carta è utilizzabile su tutto il territorio nazionale per l’acquisto di beni di prima necessità, con esclusione di qualsiasi tipologia di bevanda alcolica, e «se gli utenti la utilizzeranno nei negozi convenzionati attiveranno una scontistica del 15% sui prodotti, cumulabile agli sconti già in essere in quegli esercizi commerciali» spiega il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che avvisa: «La carta deve essere attivata entro il 15 settembre per evitare dispersioni, quelle non attivate verranno disattivare e i fondi ripartiti tra chi invece l’ha usata».

 

 

Dal beneficio sono escluse quelle famiglie in cui almeno un componente riceve già un sussidio, come il Reddito di cittadinanza: «Dobbiamo cercare di dare una mano a tutti, le risorse non sono infinite e anche per questo prima di rendere una misura strutturale bisogna valutare se persistono i fattori per cui è stata attivata». E sul futuro della card oltre la scadenza del 31 dicembre - eventuali fondi residui potranno essere utilizzati anche successivamente, mentre gli accordi per la scontistica terminano a fine anno «se sarà rinnovata o meno dipende dall’andamento dell’inflazione, faremo un bilancio più avanti», spiega il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. La misura non piace alla Cgil. «Dopo aver tolto il Reddito di Cittadinanza a 500 mila nuclei familiari in condizioni di povertà e disagio, il Governo lancia in pompa magna quello che è semplicemente un contributo una tantum di 383 euro per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità: praticamente l’equivalente di un solo caffè al giorno», commenta la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi - Sarebbe questo il modo per sostenere le famiglie in difficoltà? Davvero uno schiaffo alle dignità delle persone in condizioni di disagio e povertà», conclude.

 

 

«Occorre cogliere l’opportunità dell’arrivo della card "Dedicata a te" per aiutare le famiglie a fare la spesa anche per sostenere la produzione alimentare nazionale in frenata dell’1,8% nei primi cinque mesi dell’anno», è invece il punto di vista di Coldiretti che aggiunge: «L’inflazione alimentare più alta da 40 anni - sottolinea la Coldiretti - ha infatti costretto le famiglie a ridurre del 4,7% le quantità di cibo acquistate con effetti diretti sulla produzione agroalimentare nazionale. La card sarà disponibile per circa un milione e 300mila nuclei familiari con redditi bassi per acquistare prodotti alimentari di prima necessità». «Un provvedimento atteso dalle oltre 3,1 milioni di persone che in Italia hanno chiesto aiuto per mangiare, secondo le proiezioni su dati Fead ma che - conclude la Coldiretti - deve favorire l’acquisto di prodotti alimentari Made in Italy in modo da sostenere l’economia e il lavoro nei territori aiutando la ripresa del Paese e la sua resilienza». «La card spesa per le famiglie è la misura di quanto il Governo Meloni ha a cuore le fasce più deboli e non vuole lasciare indietro nessuno -. conclude Salvatore Caiata, presidente InCE - Una misura non solo di buon senso, ma che guarda a quelle fasce della società più colpite dalle conseguenze economiche causate in primis dal caro energia».

 

Dai blog