riforma fiscale
Fisco, la ricetta anti-salasso di Gusmeroli: "Pagheremo le tasse a rate"
Un fisco più leggero e più «amico» del contribuente. È l’obiettivo della delega fiscale, che è arrivata in Aula alla Camera. Un provvedimento fortemente voluto dalla maggioranza e dal governo con innovazioni normative che consentono una maggiore agibilità nella gestione degli oneri fiscali. Lo spiega, a il Tempo, Alberto Gusmeroli, Responsabile Fisco della Lega e Relatore alla delega per la riforma fiscale nonché commercialista. E autore, tra l’altro, di un emendamento approvato che consente di rateizzare l’acconto delle tasse di novembre all’anno successivo e di ridurre la ritenuta d’acconto per i lavoratori autonomi.
Qual è la sostanza di questo emendamento?
«Si tratta di una svolta epocale. Per la prima volta in cinquant’anni si potranno pagare le imposte, per metà, ad anno trascorso e reddito guadagnato. È stata una battaglia iniziata nell’agosto 2020, quando lanciai l’idea e la Lega ha fatto di tutto per sostenerla, con emendamenti in tutte le leggi di bilancio, 3 ordini del giorno approvati, e un progetto di legge».
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A livello di coperture non si rischiano problemi?
«No: con il Presidente della Commissione Finanze della precedente legislatura ho presentato quesiti sia all’Istat che a Eurostat perché attestassero che non fossero necessarie coperture economiche. Non cambia la modalità di calcolo anche previsionale, l’acconto di novembre pari al 50% delle imposte non si pagherà più in anticipo ma da gennaio a giugno dell’anno successivo, quindi, a reddito guadagnato, una piccola rivoluzione».
Qual è la platea raggiunta dalla misura?
«Parliamo di quattro milioni e mezzo di attività economiche potenziali, oltre ai dipendenti e ai pensionati con altri redditi. Più liquidità per tutti in un periodo di tassi alti, C’è poi un effetto da non sottovalutare in tutto questo: prima, il cittadino che non riusciva a pagare il maxi acconto di novembre incorreva anche in sanzioni ed interessi. Peraltro, con la rateizzazione dell’acconto di novembre, è stata assorbita anche un altra proposta della Lega per la riduzione della ritenuta d’acconto per un milione di professionisti e lavoratori autonomi».
Cosa significa, in concreto?
«Che i lavoratori autonomi non finiranno più a credito aspettando oltre un anno per ricevere i soldi per le imposte a credito. Entro due o tre anni, una volta che la rateizzazione degli acconti va a regime, la ritenuta d’acconto potrà essere abolita, e questo vorrà dire milioni di moduli di pagamento in meno, dunque un grande passo avanti anche nel campo della semplificazione».
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Ecco, semplificazione. La Lega ha reso questo concetto un punto qualificante. Quali altre proposte avete in cantiere?
«La Lega ha partecipato alla fase formativa della delega per la riforma fiscale, dunque prima ancora che andasse in Consiglio dei Ministri. Verranno aboliti molti adempimenti. Per esempio, nel mese di agosto non ci saranno più scadenze fiscali; le cartelle esattoriali non potranno più arrivare ad agosto e a dicembre. E si cercherà di riequilibrare le sanzioni, che attualmente arrivano fino al 120 o 240% dell’imposta non pagata. Una cifra esorbitante rispetto alla media delle sanzioni europee. Il fisco attuale colpevolizza e tratta come un pericoloso evasore con sanzioni elevatissime, anche, chi ha dichiarato le imposte e per ragioni di difficoltà temporanee non riesce a pagarle. Noi vogliamo un fisco più semplice, gradualmente con una minore tassazione. Su quest’ultimo obiettivo, siamo felici che un’altra Pdl della Lega sia stata inserita in delega che è l’abolizione dell’Irap una tassa assurda che si paga anche quando un azienda è in perdita e l’abolizione delle microtasse. Per queste ultime, il gettito è irrisorio e persino inferiore rispetto ai costi di gestione in capo allo Stato. Importante anche la detassazione dei premi di produzione, straordinari e tredicesime dei lavoratori dipendenti».
Quali sono gli effetti per l’economia da tutto questo?
«Liberare da lacci, lacciuoli e le mille complicazioni che sono di fatto delle tasse occulte, pagate da cittadini, artigiani e commercianti e liberi professionisti non può che favorire la crescita economica. Peraltro, semplificare il fisco e ridurre la tassazione comporta anche, ovviamente insieme ai controlli, l’emersione del sommerso. E parliamo di risorse che, pian piano, poi potranno essere destinate a ridurre la pressione fiscale per tutti, dipendenti e lavoratori autonomi senza distinzioni».