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Soumahoro: razzismo in Parlamento. E tira in ballo Mattarella: cosa chiede

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Aboubakar Soumahoro, deputato del gruppo Misto eletto con Verdi e Sinistra italiana e travolto dallo scandalo delle scoop gestite da compagna e suocera, ha scritto al presidente della Repubblica. Perché? Il parlamentare ha inviato una lettera aa Sergio Mattarella "in qualità di Rappresentante dell’unità nazionale" per "sostenere l’istituzione di un Garante di tutte le minoranze discriminate in Italia", dichiara Soumahoro. Una richiesta che va letta in relazione ai fatti che lo hanno visto coinvolto lo scorso 28 giugno quando, nell’Aula di Montecitorio, la sua voce è stata coperta da fischi e proteste da parte di alcuni membri della maggioranza, che il deputato ha interpretato come "buuu" razzisti. "Negare o minimizzare le discriminazioni e il razzismo - continua Soumahoro - rischia di mettere in pericolo l’Unità nazionale del nostro Paese. Tuttavia, oltre a denunciare, dobbiamo lottare con fermezza contro le nostalgie del periodo più buio del secolo scorso. Uniamoci, alziamoci e lottiamo insieme contro ogni forma di discriminazione e di razzismo", afferma l'ex sindacalista dei braccianti. 

 

All'epoca dei fatti, Soumahoro aveva protestato vibratamente: "Chiedo che nel resoconto stenografico, vi sia una descrizione qualitativa di ciò che è successo in Aula. Non si può scimmiottare in quest’Aula. Non si può ululare in quest’Aula. Nel resoconto stenografico ci si limita a menzionare 'commenti': è generico rispetto alla gravità di ciò che è successo". Ma davvero il deputato è stato travolto da insulti razzisti in Parlamento? Davide Faraone di Italia Viva aveva dichiarato: "Tutte le volte che interviene il Parlamentare Soumahoro in aula, dai banchi della maggioranza, alcuni parlamentari, fanno partire cori da stadio, schiamazzi, ululati, simili a quelli che allo stadio vengono sanzionati come razzisti. Non è accettabile". Sergio Costa, M5S, che presiedeva l’Aula durante l’intervento di Soumahoro, aveva chiarito che "ululato è una parola grossa, non" si è trattato di "una cosa da stadio, io queste non le ho percepite. Neanche lontanamente si deve pensare che qualcuno possa pensare al razzismo in aula". Insomma, una tempesta in un bicchiere d'acqua. E su cui Mattarella 

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