Meloni va avanti

Governo, avanti con la riforma della giustizia e toni più bassi: Meloni detta la linea

Non alimentare ulteriormente lo scontro con la magistratura, ma procedere con i fatti, approvando la riforma garantista del Guardasigilli Carlo Nordio. Dopo 48 ore in crescendo - a partire dalla presa di posizione di Palazzo Chigi sui casi Santanchè e Delmastro, poi di quella del ministero della Giustizia altrettanto dura, e la replica dell'Anm -, la consegna nel governo è quella del silenzio. Ma non basta questo a placare gli animi. Le opposizioni contrattaccano temendo che una nuova stagione di conflitto tra politica e magistratura indebolisca lo Stato.

 

  

 

Sebbene non ci siano reazioni, ufficiali o ufficiose, dopo le dichiarazioni del presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia - che al parlamentino del sindacato dei magistrati ha parlato di attacco al "cuore della magistratura" - secondo Lapresse trapela però che non è stato gradito che nella disamina dell'Associazione delle toghe non si sia considerato che un'imputazione coatta, decisa nel caso del sottosegretario Andrea Delmastro, avvenga solo in casi rarissimi. "Che vuol dire? Che il pm, che aveva chiesto l'archiviazione, ha fatto qualche errore?", è la domanda. Era proprio questo il punto che ha "fatto saltare i nervi" a Palazzo Chigi, chiarisce una fonte di governo. La lettura ricorrente nella maggioranza è che le vicende che coinvolgono esponenti di governo siano una "reazione" alla riforma della giustizia. Lo dice senza mezzi termini Maurizio Gasparri: "Siamo di fronte a una vera e propria rivolta, solo perché si vuole attuare una riforma che renda più rapidi i tempi della giustizia, più trasparenti le sue procedure, che allontani il peso del condizionamento politico dal mondo togato". Riforma che dovrebbe iniziare la prossima settimana l'iter parlamentare dal Senato. Il disegno di legge, proposto dal Guardasigilli Carlo Nordio e varato dal governo tre settimane fa, ha ricevuto la bollinatura della Ragioneria dello Stato, si attende ora la firma di Mattarella. E il governo ha tutta l'intenzione di accelerare.

 

 

Il Partito Democratico, con i capigruppo Chiara Braga e Francesco Boccia, invita Giorgia Meloni a "una maggior prudenza e a non incendiare il clima politico", perché "una nuova guerra tra poteri distruggerebbe le nostre istituzioni". "Meloni - sottolineano - farebbe meglio a pensare a risolvere i problemi delle imprese e dei lavoratori italiani, invece di riattizzare guerre che non servono al nostro Paese". Dello stesso avviso Carlo Calenda: "Gridare al complotto della magistratura è un errore gigante e pericoloso. Rappresenta l'ennesima arma di distrazione di massa". "Mi preoccupa - tuona il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte - un premier che non ha il coraggio di far dimettere dal Governo i suoi amici di partito Santanchè e Delmastro, perché tiene più alla sua cricca che alla 'Patria' di cui tanto si riempie la bocca" e che "nascondendosi dietro lo schermo delle 'fonti Chigi', conduce un gravissimo attacco ai magistrati che svolgono il proprio dovere".