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Pd in vacanza, Vincenzo De Luca a testa bassa contro Schlein: "Elly è il nulla"

Pietro De Leo
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L'estate del Pd più che militante è litigante, e lo confermano le parole durissime riservate dal Presidente della Campania, Vincenzo De Luca, alla gestione della Segretaria Elly Schlein. Notare bene: il bombardamento verbale che segue non è riconducibile ad una fisiologica dialettica all'interno di un partito, ma è il segno di un solco tra la leadership centrale di un partito e uno tra i (pochi) livelli di governo territoriale rimasti. Gravano, certo, precedenti poco felici, come la mancata riconferma di Piero De Luca, figlio del presidente campano, a vicecapogruppo alla Camera. Così come il commissariamento del partito regionale sancito dal Nazareno. Ma De Luca senior, conversando con i giornalisti a margine di un evento, ha tratteggiato un ritratto che ben definisce lo scollamento del progetto dem rispetto all'anima viva del Paese e a certe sensibilità culturali. «Da parte del Pd» attacca De Luca «registro una linea più che suicida, inesistente. È stato praticamente retto il rapporto con il mondo cattolico su temi di grandi delicatezza e di grandi contenuti, anche etici». Inoltre «con il mondo dell’impresa non si parla neanche, con i ceti professionali completamente estranei, con il mondo del commercio neanche una parola». E poi l’affondo: «Questo è il nulla, sono un po’ di cortei in giro per l’Italia, ma non è una proposta di Governo». E ancora, sottolinea il presidente della Campania, «per quanto riguarda i sondaggi, nonostante siano stati gonfiati per alcuni mesi, sono quelli che sono. Tenete conto che è entrata nel Pd una componente, Articolo 1, un’esperienza politica di grande genialità che è finita come non poteva non finire: un misto di infantilismo politico e di altre cose che non vi dico».

 

 

 

Un altro siluro, poi, è sul dilemma attorno al terzo mandato: «Il tema – attacca ancora De Luca - viene sollevato da gente che ne ha anche sette alle spalle. L’onorevole Schlein a trent’anni ne ha già tre: Parlamento europeo, consiglio regionale e Parlamento italiano. Una cacicca ante litteram, direbbe qualcuno». L’allusione è al termine che la stessa segretaria utilizzò per definire i potentati territoriali, di tessere e voti, del partito. Dunque, un altro allarme rosso proveniente dal territorio. Per un partito che, quanto a impostazione tematica, politica delle alleanze e risultati elettorali sembra avvolto da un cono nero di cui sembra incapace di liberarsi. E risalta, a fronte della durezza dei toni utilizzati da De Luca, la leggerezza con cui Elly Schlein pare orientata al governo del partito, tutto simbologie e retorica, che pare sollevarla rispetto ai problemi, reali e complessi. Così, oggi la leader riunisce la segreteria a Ventotene, e i componenti dell’organismo renderanno omaggio alla tomba di Altiero Spinelli, l’intellettuale che proprio su quell’isola, negli anni del confino sotto il regime fascista, scrisse il manifesto che contiene i fondamenti del federalismo europeo. Sempre nel programma, poi, per Elly Schlein e la sua squadra c’è l’inaugurazione di un circolo Pd, che verrà intitolato ad Ursula Hirschmann, moglie di Spinelli che di quel manifesto fu grande sostenitrice così come fu grande attivista del Movimento Federalista Europeo. Difficile che queste lezioni di storia autoimpartite bastino al Pd per capire un po’ meglio il presente.

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