Elezioni europee, Tajani chiude la porta all'intesa con Le Pen. Salvini: non accetto veti
Sarà uno dei leitmotiv che accompagnerà la lunga campagna elettorale per le Europee del prossimo anno. All’interno del centrodestra la questione delle alleanze continentali divide Lega e Forza Italia. Matteo Salvini rivendica l’intesa con Marine Le Pen, mentre Antonio Tajani pone il veto proprio sull’alleanza con la leader della destra francese. Ieri il botta e risposta tra i due vicepremier, guarda caso nel giorno in cui il segretario del Carroccio si è collegato in videoconferenza con Le Pen. La questione si era già affacciata qualche settimana fa, quando nel corso della due giorni romana del Ppe Tajani aveva ribadito il veto a qualsiasi ipotesi di accordo con forze della destra europea, come appunto Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia e Afd in Germania, che nell’Europarlamento condividono il gruppo Identità e democrazia (Id) con la Lega. La scomparsa di Silvio Berlusconi aveva contribuito a stemperare la tensione, che però si è riaffacciata dopo l’annuncio, fatto domenica dal leader leghista, di un suo incontro a Roma proprio con Le Pen. Faccia a faccia poi diventata videoconferenza, a causa della situazione- così è stato spiegato - in Francia. Tajani, conversando con i cronisti, ha affermato che «un’alleanza in Europa con Salvini è assolutamente possibile, dopo le elezioni europee, con Salvini siamo pronti a fare alleanze in Italia e fuori dall’Italia. Il problema - ha aggiunto - sono Afd e il partito della signora Le Pen, perché sono due partiti anti-europeisti. C’è una incompatibilità non solo con Forza Italia ma con la famiglia del Partito popolare europeo».
Come due settimane fa, non è mancata la risposta della Lega da Bruxelles: il presidente del gruppo Id, Marco Zanni, e Marco Campomenosi, capodelegazione, hanno chiesto se «davvero l’amico Tajani preferisce continuare a governare con Pd, socialisti e Macron (la cosiddetta maggioranza Ursula, dal nome dell’attuale presidente della Commissione, ndr)? La Lega lavora per cambiare la maggioranza in Europa e dare vita, finalmente, a un progetto di centrodestra unito, capace di dare risposte concrete ai cittadini dopo annidi mal governo delle sinistre. «Non è il momento dei diktat - hanno proseguito gli europarlamentari leghisti - né di decidere a priori chi escludere dal progetto di centrodestra europeo, tanto più se questo arriva da chi fino a oggi è stato a braccetto di Pd e socialisti in Ue. Ci rifiutiamo di pensare che qualcuno che si definisce di centrodestra possa preferire Macron e le sinistre alla Le Pen».
Questa polemica è andata in scena durante la mattinata di ieri.Poi, nel pomeriggio, si è tenuto il colloquio tra il Salvini e Le Pen. Il leader della Lega ha espresso solidarietà in particolare per vigili del fuoco, sindaci e poliziotti che in questi giorni stanno affrontando la rivolta nelle banlieue. Come previsto, il videocollegamento è stata l’occasione per fare il punto della situazione in vista delle Europee. Fonti del Carroccio fanno sapere che Salvini ha ribadito la propria determinazione a costruire una casa comune del centrodestra alternativa ai socialisti, senza veti. Obiettivo: «realizzare il primo storico governo di centrodestra, in contrapposizione alla sinistra delle tasse e dell’immigrazione selvaggia». Salvini e Le Pen hanno confermato i reciproci sentimenti di stima e amicizia. Il leader della Lega si è detto convinto che una fetta del Ppe desideri guardare a destra e recidere una volta per tutte gli accordi con la sinistra. Poi, seppur senza nominarlo, Salvini ha risposto a Tajani. «Mai la Lega andrà con la sinistra e i socialisti e non accetto veti sui nostri alleati - ha ribadito a Le Pen L’unica speranza di cambiare l’Europa è tenere unito tutto quello che è alternativo alla sinistra. Chi si comporta diversamente, fa un favore ai socialisti». Salvini ha poi detto alla leader del Rassemblement che «l’unico centrodestra presente in un grande Paese come la Francia siete voi». La videoconferenza si è conclusa con l’intenzione di organizzare al più presto una riunione con tutti i leader del gruppo Identità e democrazia, con la convinzione che sarà «sempre più attrattivo anche per altre forze politiche interessate a cambiare l’Europa».