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Salario minimo, Renzi gela ancora Calenda: l'accordo tra opposizioni è un'illusione

Adriano Bonanni
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Il «campo largo» si ricompatta sul salario minimo e le opposizioni, unite, sono pronte a presentare alla Camera una proposta di legge con una soglia minima di retribuzione di 9 euro l’ora. Un campo che si allarga anche ad Azione ma dal quale si smarca Matteo Renzi, dando ancora una volta una dimostrazione delle distanze, su alcuni temi, all’interno del Terzo polo. Il passo falso lo fa però Carlo Calenda il quale, prima della nota congiunta dà entusiasta - la notizia dell’accordo. «Tutte le opposizioni - rivela il leader di Azione - hanno raggiunto un accordo sul salario minimo. È un provvedimento equilibrato che riprende i punti fondamentali della proposta depositata dal Terzo polo». Passa poco tempo e da Matteo Renzi arriva la doccia fredda sul povero Calenda: Italia Viva non lo firmerà. «Il fatto di essere all’opposizione del governo Meloni non significa essere in una coalizione alternativa», dice affidando il suo pensiero a una nota di Iv. Sul salario minimo, si spiega, Italia Viva aveva presentato alle elezioni un testo diverso da quello che è stato proposto dal «campo largo» e dunque in coerenza con il mandato elettorale Italia Viva proporrà degli emendamenti al testo, votando a favore dei punti su cui è d’accordo.

 

 

«A chi cita il "campo largo" in relazione al salario minimo - è la piccata replica di Calenda - ricordo che l’unico campo largo che ha mai visto la luce è stato quello di Pd, M5S, Italia Viva, LeU a sostegno del Governo Conte 2, da cui Azione si è tenuta alla larga». Al di là dei distinguo, esulta comunque il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte: «Abbiamo lavorato a fari spenti per cercare di dare dignità sociale a tutte le lavoratrici e i lavoratori sfruttati: c’è una proposta su cui abbiamo raggiunto un accordo su salario minimo legale e sono particolarmente orgoglioso perché c’è la mia prima firma. Questa è una delle nostre battaglie storiche». Il leader M5S sottolinea: «È stata accolta la soglia minima dei 9 euro l’ora a cui tenevamo molto, perché e un’indicazione precisa e non incerta. Ci sono tutte le premesse adesso per poter lavorare in Parlamento e cercare ovviamente di coinvolgere anche forze di maggioranza».

 

 

Anche Elly Schlein è soddisfatta: «Sotto una certa soglia non si chiama lavoro, ma sfruttamento, lavoro e povero non devono più stare nella stessa frase». «Il Governo è l’invito della leader Pd non si volti dall’altra parte, ma approvi questa proposta».

 

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