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Firenze, il restyling dello stadio Franchi è ancora un caso: ennesimo problema

Christian Campigli
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Ovvio, prevedibile, banalmente logico. L'asta per il restyling dello stadio Artemio Franchi di Firenze è andata deserta. Un risultato scontato, che anche un bambino di cinque anni avrebbe saputo anticipare. Dopo la bocciatura europea sull'utilizzo dei soldi del Pnrr per un'opera certamente non prioritaria per la vita dei cittadini del capoluogo della Toscana, era scontato che nessuna azienda avrebbe messo soldi e impegno su un progetto che oggi forse potrebbe iniziare e che domani, magari, si potrebbe interrompere senza un valido motivo. Come si può leggere sul sito dell'amministrazione comunale fiorentina, Palazzo Vecchio "presenterà ricorso al Tar contro lo Stato, con richiesta dei danni oltre al ripristino del finanziamento che era stato accordato formalmente nell’ambito dei Piani Urbani Integrati e sul cui definanziamento né la Commissione Europea né il governo hanno fornito motivazioni formali e indicazioni circostanziate, e non c’è stata risposta alla procedura di accesso agli atti attivata dal Comune".  In sostanza, la giunta guidata da Dario Nardella pretende che lo stadio sia finanziato con soldi pubblici. Siano essi statali o europei poco importa. 

 

 

Una convinzione che deriva dalla classificazione di alcune parti dello stadio come "monumento nazionale". Allo stato attuale non sarebbe possibile radere al suolo una struttura obsoleta di novanta anni, come verrebbe fatto senza problemi in Francia, in Germania o in Inghilterra. La Sovraintendenza bloccherebbe la logica demolizione e, sostiene il Comune, il Franchi, senza i soldi dell'affitto pagati dalla Fiorentina, diventerebbe un rudere. Abbandonato e pericoloso. Che attirerebbe tossici e malviventi. Una sorta di Flaminio in salsa toscana. "La gara andata deserta è la dimostrazione della ragionevolezza della posizione che ripetiamo da mesi: la ristrutturazione dello stadio Franchi con i soldi dei cittadini non è una soluzione praticabile e realistica - ha sottolineato il coordinatore fiorentino di Italia Viva, Francesco Grazzini - Adesso basta incaponirsi su quello che ormai è un binario morto e si riprenda a lavorare per trovare una soluzione che contempli l'intervento del privato". 

 

 

Sul tema è intervenuto anche il capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandro Draghi. "Fare una gara senza la certezza dei finanziamenti e di un nuovo progetto è stata una scelta sbagliata. Si apprende che lo stadio provvisorio sarà il  Padovani e a luglio voteremo una variazione di bilancio. Lo paghiamo al 100% con fondi comunali? Lunedì lo chiederò con un question time". In serata il senatore di Fdi, Paolo Marcheschi, ha puntato il dito contro il primo cittadino gigliato: "Nardella è patetico ad incolpare sempre gli altri. È nelle sabbie mobili e più si muove e più si mette male. Prima che il flop diventi un disastro senza ritorno, smetta di fare ricorsi e dare incarichi a progettisti e si metta a ragionare sulla reale fattibilità dell'opera senza dilapidare ulteriori soldi pubblici".

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