Brasile, Lula non nasconde la delusione: nel pranzo al Quirinale porzione piccole

Roma e Parigi saranno pure le capitali culinarie al mondo, eppure il presidente brasiliano Inacio Lula da Silva è rimasto insoddisfatto di quello che gli è stato servito alle colazioni di lavoro, al Quirinale e all’Eliseo. Lo ha raccontato lui stesso nel suo canale Youtube, dove è abituato parlare senza peli sulla lingua: Lula ha raccontato che gli sono state servite porzioni troppo piccole. Ai pranzi ufficiali «tutto è piccolo e limitato. Non c’è un grande vassoio in cui puoi scegliere e avere quel che desideri. Francamente io non ci sono abituato. Ho bisogno della quantità, sarà pure ingordigia ma mi piace la quantità». 

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Il presidente brasiliano si è anche lamentato di non trovare, quando viaggia, gli amati piatti brasiliani come la ‘rabada’ o la ‘galinhadai’: «Tutto è molto sofisticato, e talvolta non capisci neppure di cosa si tratta». Dichiarazioni che parlano chiaro: la sua posizione però, forse, anche a casa sua è isolata se è vero - come ha raccontato lui stesso - che a Palacio do Planalto i suoi diplomatici gli hanno impedito di far servire la ‘feijoada’, uno stufato di fagioli neri e maiale, alle cene di Stato. 

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Lula, che ha 77 anni, ha terminato sabato, a Copenaghen, un tour europeo che lo ha portato anche a Roma e Parigi: in agenda la guerra in Ucraina, che è un suo cruccio (da settimane insiste sul fatto che bisogna convincere Putin e Zelensky che non c’è altra strada che la pace), ma soprattutto il negoziato in corso sull’accordo tra Ue e Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay). Il presidente brasiliano, riferisce l'Adnkronos, tornerà a Bruxelles il 17 e il 18 luglio, per il vertice tra l’Unione e la Cedac, la Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici, proprio per incardinare quel negoziato. Il servizio diplomatico a Bruxelles è avvisato.