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Il Mes slitta a dopo l'estate nonostante le proteste del Pd
Continua la telenovela sul Mes. Da una parte c’è la maggioranza che sta tentando ogni strada utile per rinviare la decisione sulla ratifica. Dall’altra ci sono le opposizioni, con il Pd in prima linea, che spingono per l’approvazione. Partiamo dall’inizio. Cos’è il Mes e a cosa serve? Il Mes è il Meccanismo europeo di stabilità e serve per creare una sorta di fondo dell'Unione Europa per dare sostegno ai Paesi membri in caso di crisi finanziaria e rischio default. A livello europeo è stato poi riformato trasformandolo in una sorta di fondo finanziario europeo e fungere al contempo da backstop comune per il Fondo di Risoluzione Unico delle banche in crisi. In pratica serve a mettere in comune il denaro di tutti e a utilizzarlo in caso di necessità visto che una eventuale crisi finanziaria di un Paese potrebbe riflettersi sugli altri Paesi membri. Il Mes ha un capitale di 704,8 miliardi di euro di cui 80,5 miliardi sono stati già versati dai Paesi membri; l’Italia ha sottoscritto lo strumento per 125,3 miliardi versandone più di 14.
In Italia a che punto siamo? L’Italia è l’unico Paese che ancora non l’ha ratificato o meglio non ha ratificato la modifica perché in realtà il Mes è operativo dal 2012 quando venne approvato dal governo Monti. La riforma attuale invece è stata votata dall’ex premier Conte, durante ilsuo secondo governo, con Roberto Gualtieri ministro dell’Economia e delle finanze. Dopo l’assenza della maggioranza in Commissione Esteri alla Camera è stato approvato il testo del Pd che, in settimana, dovrà andare in Commissione Bilancio per il parere per poi tornare in Commissione Esteri dove sarà votato il mandato al relatore per poi approdare in Aula venerdì 30 giugno. Anche se per il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari i tempi saranno lunghi: «Penso che sia molto complesso che il provvedimento possa arrivare entro il 30 giugno in Aula perché arriva in Commissione questa settimana, bisogna fare le audizioni, discutere gli emendamenti. Quindi credo che slitterà per forze di cose visto che dubito che un tema così sensibile stia in Commissione pochi giorni. Penso che ci vorrà più tempo».
D’altronde non è un mistero che per il Carroccio la riforma del Mes è peggiorativa del trattato e renderebbe il Meccanismo europeo di stabilità uno strumento utilizzabile per il salvataggio solo delle banche tedesche mentre un Paese come l’Italia, se mai dovesse accedervi, subirebbe delle condizionalità fortissime sul modello del memorandum della Grecia.
Di tutt’altro avviso Piero De Luca del Pd che ha sottolineato come «non ratificare Anno In cui il governo Monti ratificò il Mes il Mes sarebbe un danno enorme per il Paese anche perché, come ha detto il Ministero dell’Economia e delle finanze, non solo non ha impegni vincolanti, ma migliorerebbe la valutazione dei titoli di Stato italiani da parte delle agenzie di rating». Mentre sui tempi di approdo in Aula De Luca è ottimista: «L’iter in commissione non è appena iniziato ma si è appena definito con l’approvazione del testo base a prima firma del Partito democratico. Il disegno di legge è calendarizzato il 30 giugno in assemblea ed è diritto delle opposizioni ottenerne l’esame».
Per Raffaele Nevi di Forza Italia quella dell’opposizione è solo una polemica sterile. «Nessuno dice che non si ratificherà - ha dichiarato Nevi - anche se quando non lo ratificò Draghi non mi pare ci siano state tutte queste polemiche». L’Italia «non ha bisogno dei soldi del Mes, anzi mi sembra che in questo momento più che una mancanza di fondi ci sia un problema su come investire quelli derivanti dal Pnrr». Ci vuole una «discussione complessiva sugli strumenti, come l’unione bancaria e il patto di stabilità, che definiranno la nuova Europa». Il punto è il «mancato controllo demografico sull’istituto del Mes che è un organismo tecnocratico indipendente sia dalla Commissione sia dal Parlamento».
E forse in questo senso va letta la dichiarazione di Salvini: «Non capisco perché dovremmo mettere gli italiani in una gabbia per salvare le banche di chi sta a centinaia di chilometri da qui. Preferisco che il debito pubblico resti in mano degli italiani e non di speculatori stranieri che poi fanno affaracci loro con i soldi degli italiani». Anche le parole del presidente del Consiglio Giorgia Meloni non escludono la ratifica ma la tempistica con cui ratificarlo. «Ratificare in questo momento in Parlamento la riforma del Meccanismo europeo di stabilità sarebbe un errore, e chi chiede di prendere questa decisione adesso non sta facendo un favore all’Italia» ha detto dal Forum Europeo di Wachau in Austria. La strategia del governo punta a rimandare la decisione a dopo l’estate in modo da poter utilizzare la ratifica come «moneta di scambio» per trattare sul Patto di stabilità e lo sblocco delle rate del Pnrr. Anche su questo maggioranza e opposizione hanno visioni differenti. Per De Luca «la mancata ratifica non ci aiuta in Europa, anzi» mentre per Nevi «non comporta niente a livello europeo».