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Forza Italia, ecco il destino di Marta Fascina: sarà garante della volontà di Berlusconi

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Cosa farà ora Marta Fascina, avrà un ruolo nel partito? È l’interrogativo che tanti azzurri ‘orfani’ di Silvio Berlusconi continuano a porsi nel clima di incertezza generale generato dalla scomparsa del leader. I vertici forzisti, a cominciare dal coordinatore nazionale, Antonio Tajani, ripetono come un mantra che «sarà lei a decidere cosa vuole fare». Molto dipenderà, chiaramente in questa fase di transizione, anche dalla volontà della famiglia del Cav, Marina e Piersilvio in testa. Sembra ormai lontana l’immagine in tv ai funerali di Stato al Duomo della primogenita che stringe la mano alla compagna del padre, a dimostrazione di un forte legame, se non di un vero e proprio asse figli-Marta. 

 

 

Di certo da allora, sottolinea l’Adnkronos, Fascina è scomparsa dai radar: ha disertato le due commemorazioni ufficiali dell’ex premier in Parlamento e non si è fatta vedere (lei che è deputata) nemmeno alla prima riunione dei gruppi di Camera e Senato del ‘dopo Silvio’. I fedelissimi della Fascina immaginano per lei il ruolo di una sorta di garante della volontà del presidente Berlusconi e sarà lei, in totale autonomia, a decidere cosa vuol fare nel partito, indipendentemente dalle volontà testamentarie del Cavaliere. 

 

 

Per ora Fascina resta a Villa San Martino, dove nulla, raccontano, sembra essere cambiato da quando è scomparso il presidente di FI. A tal proposito circolano rumors contrastanti sul placet della famiglia a vivere ad Arcore anche senza Berlusconi. Chi ha avuto modo di sentirla in questi giorni assicura di aver trovato Fascina profondamente segnata dal dolore ma serena su quel che sarà il suo futuro. Non ci sarà nessuno ‘sfratto’, assicurano i parlamentari a lei vicina. “Vedremo cosa decideranno i figli”, dice a mezza bocca un azzurro di lungo corso che conosce bene le dinamiche di Arcore. Spetterà a Tajani, reggente in pectore (a luglio il Consiglio nazionale lo nominerà presidente pro tempore del partito fino al Congresso nazionale) risolvere anche questo problema e controllare le frizioni che agitano il partito, dissipando ogni malumore sull’ascesa di Fascina e i suoi.

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