domenica e lunedì

Elezioni regionali in Molise, test elettorale per le coalizioni

Edoardo Romagnoli

Domenica 25, dalle 7 alle 23, e lunedì 26 giugno, dalle 7 alle 15, in Molise si eleggerà il nuovo presidente della Regione. Sarà un banco di prova importante sia per vedere se l’alleanza Pd-M5S funziona sia per testare la tenuta di Forza Italia nel primo test elettorale post Berlusconi. I candidati sono tre. Francesco Roberti, 56 anni, sindaco di Termoli e presidente della provincia di Campobasso, appoggiato da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, dall’Unione di Centro, da Popolari per l’Italia e due liste civiche. Roberti ha ricevuto l’appoggio anche di Italia Viva, una scelta quella delle truppe di Renzi che potrebbe far pensare a un esperimento i vista di future corse elettorali a livello nazionale. Il candidato del centrosinistra è Roberto Gravina, 45 anni, sindaco di Campobasso dal 2018, appoggiato dal Partito democratico, dal Movimento 5 Stelle, da Alleanza Verdi-Sinistra italiana, dal Partito socialista italiano e da due liste civiche. A completare il quadro Emilio Izzo, 69 anni, è stato direttore del Polo museale del Molise ed è sostenuto dal «Movimento politico di salvezza pubblica». Non c’è un vincitore annunciato anche se alle elezioni politiche del 25 settembre scorso, ha vinto la coalizione di centrodestra che ha raggiunto il 43%, più di 55 mila voti. Il Movimento 5 Stelle è arrivato secondo con il 25%, circa 32 mila voti, attestandosi come il primo partito della regione. La coalizione formata da Partito Democratico, Alleanza Verdi-Sinistra, Più Europa e Impegno Civico è invece arrivata terza con circa 30 mila e 500 voti, pari al 23,5%.

Certo le nazionali non sono le regionali ma il quadro che si prefigura è una battaglia fra il centrodestra, unito, e il centrosinistra, con Pd, Avs e M5S insieme. Il presidente uscente, Donato Toma, è del centrodestra e questo potrebbe essere un punto di svantaggio visto che, generalmente, la formazione politica «in carica» parte leggermente in svantaggio rispetto alle opposizione; questo sia a livello nazionale che a livello locale. D’altronde Toma ha pagato una relazione non proprio idilliaca con il governo che ha raggiunto l’apice quando ha espresso il suo parere favorevole alla nomina di Bonaccini come commissario alla ricostruzione per le zone colpite dall’alluvione di maggio.

  

 

 

 

Per il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle questa tornata elettorale rappresenta il primo vero banco di prova per capire quanti voti possono raccogliere da alleati. Ma come funzionano le elezioni in Molise? Si vota su un’unica scheda in cui si può esprimere o la preferenza per il candidato, o per una lista o per un candidato consigliere regionale esprimendo la preferenza sulla scheda che automaticamente va al candidato presidente e alla lista. Non è possibile il voto disgiunto ossia indicare un candidato e una lista a cui non appartiene. Ci sono da eleggere 20 consiglieri regionali in un’unica circoscrizione che ingloba tutta la Regione. Vince chi ottiene il maggior numero di voti. Le liste collegate al candidato vincente avranno diritto ad almeno 12 seggi in Consiglio, mentre per le liste collegate ai candidati perdenti si va da un minimo di 6 a un massimo di 12 seggi. Rimarranno fuori dal Consiglio le coalizioni che non raggiungono la soglia dell’8%. Se nessun altro candidato presidente, oltre a quello vincitore, ha raggiunto questa soglia, alla distribuzione dei seggi partecipa comunque la coalizione o la lista collegata al secondo candidato più votato.