Pd a pezzi, Elly Schlein sempre più all'angolo: "Area Bonaccini" si conta
Elly Schlein lancia "l'estate militante" ma proprio i mesi più caldi sono quelli che sembrano destinati a mettere in crisi la sua segreteria. Il fuoco amico sui giornali si spreca, mentre Stefano Bonaccini a luglio riunirà l’area interna al Pd che lo ha sostenuto al Congresso. I dem, da una parte e dall’altra, negano prossime scissioni mentre fonti della maggioranza dem più vicina a Schlein - citate dall'Agi - smentiscono le ricostruzioni circolate nelle ore immediatamente successive alla direzione del Partito Democratico. Ovvero, che anche tra i dirigenti più vicini a Schlein ci sarebbe chi ritenga utile una «separazione consensuale» fra riformisti e sinistra Pd, così da lasciare alla segretaria «più libertà di manovra». Niente di tutto questo, viene spiegato: Schlein ieri ha detto chiaramente che «siamo qui per restare» aggiungendo la postilla: «E restare insieme».
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Una direzione, quella di ieri, in cui minoranza e maggioranza si sono confrontati senza risparmiarsi. Sulla scelta, criticata dall’area Bonaccini, di presenziare alla manifestazione del M5s di sabato che ha visto il ’blitz’ sulle «brigate lavoretti» fatto da Grillo e quello sull’Ucraina di Moni Ovadia. Una scelta sbagliata, per i bonacciniani, non tanto per la scelta in sé, ma in quanto questa è maturata senza coinvolgere gli altri organi del partito. In ogni caso, Schlein ha riaffermato la linea del Pd sugli aiuti a Kiev e l’orizzonte di una pace giusta verso il quale si muove il suo partito. Oltre ai contenuti usciti da quella manifestazione, tuttavia, la minoranza si è soffermata sulla scarsa propensione a condividere le scelte che Bonaccini e i suoi registrano in questa fase da parte della segretaria. Un deficit di comunicazione che lamenta anche una parte della maggioranza. «Diamoci un metodo», dice ad esempio Peppe Provenzano: «Non mi sono mai piaciuti i caminetti, ma dobbiamo trovare luoghi dove maturino democraticamente le decisioni», aggiunge nel suo intervento in segreteria. Per la segretaria, comunque, il bicchiere rimane mezzo pieno: «Ieri abbiamo fatto una bellissima e lunga discussione, molto articolata e sincera», dice la leader dem ai cronisti che la attendono in Transatlantico, alla Camera.
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«Ho presentato un piano di mobilitazione per un’estate militante su sette punti per noi fondamentali: il Pnrr, con i ritardi del governo che rischiano di far saltare miliardi fondamentali per il paese; contro il progetto Calderoli sull’autonomia differenziata; sulla salute pubblica, il clima, il lavoro, la casa. Su questo», sottolinea la segretaria, «c’è stata una risposta molto compatta da parte di tutto il partito e il documento di sintesi della relazione è stato votato all’unanimità».
Le tensioni però ci sono, eccome, e il "traguardo" delle Europee appare lontanissimo. Il ragionamento che viene fatto da fonti parlamentari vicine alla leader del Pd, che sarà determinante per il futuro suo e del partito, è che «se arriviamo al 23 per cento, avremmo recuperato poco meno di dieci punti percentuali rispetto alle ultime politiche e la strada si mette in discesa». Intanto dopo gli imbarazzi di Roma, ci saranno altri "incroci pericolosi" i Cinque Stelle. In Molise Pd e M5s sostengono lo stesso candidato, il sindaco di Campobasso Roberto Gravina. Giuseppe Conte sarà per questo nella regione domani e giovedì con varie tappe. In una potrebbe essere presente anche
Schlein. L’eventualità, viene spiegato da fonti dem, è al vaglio della segretaria.