tormenti democratici

Pd, Schlein invoca una tregua. La minoranza (per ora) non se ne va

Christian Campigli

Sarà «un'estate militante», densa di incontri in piazza, di manifestazioni e di continue contestazioni al governo di centrodestra. È questa la formula magica con la quale il segretario Elly Schlein spera di recuperare consensi. Una strategia illustrata ieri durante la Direzione del Pd, quella che si propone di sensibilizzare e di promuovere la sinistra. «Ora è il momento di mobilitare tutto il partito sulla nostra agenda per l'Italia e l'Europa - ha affermato la segretaria - Questo partito è l'unico che si dà regolarmente sede di discussione ampia e democratica, facciamone buon uso».

 

  

 

Accanto ad una (teorica) novità, un consolidato mantra dei progressisti: negare sempre, anche di fronte all'evidenza dei numeri, di aver perso le elezioni. Facendo notare magari che anche altri partiti hanno avuto difficoltà. Spostando cioè l'attenzione lontana da loro. Una tecnica comunicativa vecchia quanto il mondo che, evidentemente, piace molto al segretario dem. «Sui ballottaggi c'è stato uno psicodramma alimentato da gli avversari ma attenzione a non attirarci demeriti eccessivi, visto che ad esempio la Lega è passata da 107 a 37 consiglieri e altre forze ne hanno eletti 5 in tutto. La destra ha una coalizione che si ricompatta e noi non ce l'abbiamo oggi quella coalizione e non pensiamo di essere autosufficienti». Il segretario detta poi le date. «Svolgeremo una grande iniziativa il 14 e 15 luglio coinvolgendo i nostri amministratori sull’autonomia differenziata di Calderoli. Sulla casa ci sarà il 30 giugno una grande iniziativa insieme ai nostri sindaci, infine dal 6 luglio inizieremo un ciclo di incontri e presenteremo le nostre proposte sulle politiche industriali che servono al Paese per rilanciare l’economia e il lavoro».

 

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Tra le reazioni più dure alle proposte del segretario dem vi è senza dubbio la perentoria presa di posizione di Pina Picierno. «Credo che la partecipazione alla manifestazione dei Cinque Stelle (quella durante la quale Beppe Grillo ha evocato le brigate di cittadinanza e il passamontagna) sia stato un errore. Il punto è: cosa stiamo facendo? Quale è la strategia? Siamo sicuri che dire che saremo in tutte le piazze, senza prima aver fatto la fatica di una proposta politica condivisa, sia giusto?». Duro anche Lorenzo Guerini: «Dalla segretaria ci è stato chiesto di essere franchi. Bene: nessuno vuole azzoppare la segretaria e per quel che mi riguarda assicuro come sempre piena disponibilità e aiuto. Ma con franchezza devo dirti che la parte finale della tua relazione è stata inutilmente polemica sul tema. Chi guida deve farsi carico della complessità della nostra comunità e delle decisioni fondamentali che dobbiamo assumere per rafforzare insieme il nostro partito. E la dialettica, se leale, anche quando è aspra, non è lesa maestà, ma se portata avanti con solidarietà e rispetto serve innanzitutto a te, Elly».