Forza Italia guarda al futuro e trova l'unità: a Tajani le redini del partito
È il giorno del cemento e dei mattoni. In cui Forza Italia prova a riparare la propria casa e la propria comunità dopo il tornado politico, umano, sentimentale per la morte di Silvio Berlusconi. E prova sfidare, con la certezza della volontà di andare avanti, le incognite sul futuro. Rilanciare, dunque, subito. Per vincere sul destino avverso che ha portato via il leader e fondatore, dopo un precipitare improvviso delle sue condizioni di salute. L’occasione è una conferenza stampa, convocata nella sede nazionale del partito. Al centro del tavolo, Antonio Tajani, coordinatore, che potrebbe, dopo il consiglio nazionale, vestire il ruolo del reggente verso il Congresso. A lui spetta il compito di introdurre l’incontro con i giornalisti, dove il concetto chiave è continuità, innanzitutto nel simbolo: «Rimarrà sempre il nome Berlusconi», assicura. Poi, la continuità a livello politico: «Forza Italia continuerà ad essere protagonista dell'azione di governo sostenendo lealmente e costruttivamente» l’esecutivo per «realizzare i progetti di Silvio Berlusconi».
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Il partito, ora, si avvia su alcuni passi di procedura, secondo statuto, per individuare la guida dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi. Dunque «giovedì prossimo si riunirà il Comitato di Presidenza del nostro movimento politico, che convocherà il Consiglio nazionale». Quest’ultimo organismo sarà «chiamato ad eleggere il presidente del movimento politico che dovrà guidarci fino al prossimo Congresso nazionale, che dovrà essere convocato dal nuovo presidente, sempre in base allo Statuto, sentito il Consiglio nazionale». L’assise congressuale, ha spiegato Tajani, si svolgerà il prossimo anno. Nel frattempo, però, si parte con alcune iniziative. Innanzitutto il tesseramento, cui saranno dedicati il 24 e il 25 giugno. E delle mini kermesse a Gaeta (movimento giovanile) e Paestum a settembre. I giornalisti, poi, chiedono anche dei rumors che riguarderebbero una candidatura di Paolo Berlusconi alle suppletive per il seggio senatoriale del collegio di Monza, lasciato libero dalla morte del fratello. «Ne parleremo con gli alleati», dice il coordinatore. Quanto all’eventualità di un ruolo per Marta Fascina, Tajani spiega: «Marta Fascina era la compagna di vita di Berlusconi, è una deputata e non c’è bisogno di ritagliare per lei spazi formali».
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C’è poi un’altra “mozione” arrivata dalla conferenza stampa di ieri, ossia la coesione del partito, obiettivo vitale in questa fase di riassetto del dopo Berlusconi. E qui sta la presenza dei due capigruppo alle Camere, Licia Ronzulli e Paolo Barelli, oltre a quella del capo delegazione all’Europarlamento, Fulvio Martusciello. A tal proposito, Ronzulli, presidente dei Senatori fa notare che Berlusconi «ci ha lasciato molti insegnamenti. Tra questi, c'è una parola che tante volte è stata sventolata come una bandiera ma non è mai stata issata, lui lo ha fatto. La parola è "unità". La più grande eredità di Silvio Berlusconi risiede nell'aver dato corpo, anima e valore a questa parola. Noi dobbiamo andare avanti su questa strada, praticando l’unità senza farci condizionare da quelli che vorrebbero un partito litigioso, diviso e per questo debole. Non sarà così». Barelli, capogruppo a Montecitorio, sottolinea «il peso e la responsabilità di proseguire un cammino che deve essere un cammino vincente, così come è sempre stata vincente la voglia di far bene all'Italia per il nostro presidente, Silvio Berlusconi. La voglia di andare avanti uniti sarà foriera di risultati importanti per il bene del Paese». Fulvio Martusciello è certo: «In questi ventinove anni ci hanno chiamato azzurri, forzisti. Da lunedì ci dovranno chiamare "berlusconiani", perché l’unità sta proprio nel ritrovarsi tutti insieme nell’idea e nel progetto di Silvio Berlusconi».
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