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Nordio libera le mani ai sindaci: rivoluzione sull'abuso d'ufficio, cosa cambia

Christian Campigli
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Una norma che, di fatto, impedisce ai sindaci di prendere decisioni, anche le più semplici ed elementari. Che induce civici di prestigio a rinunciare a candidature autorevoli. E blocca le nostre metropoli, sia quelle amministrate dal centrodestra che dalla sinistra. “Il progetto di riforma sull'abuso d'ufficio è pronto. Non so se sarà in Consiglio dei ministri questa settimana, anche se lo auspico, o la prossima. In ogni caso c'è l'accordo politico”. È un fiume in piena il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, presente quest'oggi alla Festa del Foglio in corso a Venezia. “Posso affermare - ha detto Nordio - che c'è stata una processione di amministratori e sindaci, anche del Pd, che ci hanno supplicato di abolire il reato di abuso d'ufficio che crea la paura della firma e li espone a una serie di rischi di indagine che compromettono anche la carriera politica ma soprattutto compromette l'accelerazione delle procedure amministrative”. 

 

 

Il sottinteso è che, talvolta, alcuni sindaci abbiano letteralmente paura ad avviare alcune procedure. Siano terrorizzati cioè da interminabili indagini della magistratura che, non solo rischiano di bloccare le procedure, ma di gettare un'ombra (talvolta definitiva) sulla carriera del primo cittadino coinvolto. 

 

 

Il Guardasigilli ha poi annunciato che vi sarà una stretta importante sulla questione delle intercettazioni. Il governo di centrodestra vuole porre una netta distinzione tra ciò che si può pubblicare durante l'indagine e ciò che, al contrario, sai può raccontare solo quando l'indagine stessa si è conclusa. Una norma che ha come obiettivo “tutelare non solo l'efficacia delle indagini ma anche la dignità dei terzi”. Nordio non nega che vi sia la volontà di mettere mano ad una riforma della giustizia più complessiva. Che passi anche dalla ormai famigerata separazione delle carriere: “È nell'orizzonte di questa legislatura, si deve fare per ossequio agli elettori che ci hanno votato”.

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