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Matteo Salvini tuona contro la stangata dell'Euro 7: "Da ricovero coatto"

No alla nuova stangata sui nuovi standard Euro 7 per le emissioni delle auto. "Mi auguro che l'ideologia alla Timmermans, cioè l'Euro 7, sia una follia assolutamente da archiviare", tuona Matteo Salvini al Forum in Masseria organizzato da Bruno Vespa a Manduria, in provincia di Taranto. "Se mi dici che dal 2035 non posso più mettere sul mercato modelli di auto a combustione interna, obblighi le aziende a fare un passaggio prima del 2035 passando dall'euro 6 all'euro 7, è una roba da ricovero coatto", afferma il ministro delle Infrastrutture e trasporti e leader della Lega. "Prima mandiamo in archivio l’euro 7 e poi nel 2026 in Europa ci sarà il check sulle scelte integraliste fatte da questa commissione".

 

  

Sul Ponte sullo Stretto che finalmente può vedere la luce Salvini afferma che "non sarà una cattedrale nel deserto ma il tassello di un puzzle". "Il Ponte da solo non risolve niente - aggiunge - ma adesso saranno in lavorazione cantieri di strade e ferrovie per decine di miliardi di euro in Sicilia e altrettanti in Calabria. Questo è un argomento che non regge più, anzi ora sarà vero il contrario, non avrebbe senso velocizzare i treni con l’alta velocità in queste due regioni per poi mettere i vagoni sul traghetto".

 

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Dopo la bocciatura della premier Giorgia Meloni, anche Salvini torna sul Mes: "Non siamo al cambio merci. Il Patto di stabilità deve garantire il lavoro agli italiani e ai cittadini europei, quindi il ’non ritorno' all’austerity, ai tagli di sanità, scuola e opere pubbliche che c’è stato in passato. Il Mes adesso non è strumento utile, non ci serve. Non ha senso", ha affermato a margine del dibattito a proposito di una possibile trattativa che comprenda Patto di Stabilità e Mes. "Abbiamo visto gli italiani - ha aggiunto - che hanno sottoscritto 18miliardi di euro di Buoni del Tesoro con il vantaggio che è debito pubblico che garantirà opere pubbliche e lavoro in Italia con interessi che finiranno sui conti correnti dei risparmiatori italiani. Non voglio che il futuro dell’Italia - ha spiegato Salvini - dipenda da qualche organismo pubblico o privato con sedi all’estero e con criteri e valutazioni non necessariamente utili al nostro Paese. Questo vale anche per le direttive imposte da una commissione europea, fortunatamente uscente, figlia di un accordo tra Popolari e Socialisti che sulle auto e sulle case hanno fatto scelte contro lo sviluppo, contro l’ambiente, contro la modernità e contro l’Italia".