confessione
Silvio Berlusconi svela i giorni del ricovero in ospedale: ho sofferto tanto
Berlusconi parla del suo ricovero in ospedale e delle prospettive politiche dell'alleanza di centrodestra in Europa. «Paura sinceramente no. Nessuna sfida mi ha mai fatto paura. Ho sofferto molto, questo sì, ma ho sempre avuto fiducia nell’aiuto di Dio, nelle capacità del personale medico e sanitario che mi ha assistito e anche nella tenuta del mio corpo». Così Silvio Berlusconi racconta le settimane di ricovero in un’intervista al "Giornale". «Come in altri casi in passato, ho sentito intorno a me l’affetto di tante persone, ho ricevuto gli auguri di molti amici e anche di avversari politici, ai quali sono particolarmente grato - ha continuato - Ho avvertito l’abbraccio forte dei militanti azzurri e la simpatia di tanti italiani, anche sconosciuti. Ma questa volta c’è stata una cosa in più: la dedizione assoluta, la dolcezza e l’attenzione continua con la quale mia moglie Marta mi è stata vicina in ogni momento. Lei, i miei figli, mio fratello, mi hanno fatto sentire ogni giorno la bellezza dell’amore che è in grado di dare una famiglia. In questo mi considero un uomo davvero fortunato». «Non ho mai smesso di lavorare, neppure dalla terapia intensiva, in costante contatto con i miei collaboratori, i dirigenti e parlamentari di Forza Italia. C’erano da preparare le elezioni amministrative e, devo dire - alla luce dei risultati - che sono molto soddisfatto del lavoro svolto», ha affermato. Il presidente di Forza Italia poi si è soffermato sui risultati dei primi 9 mesi del governo di cui il suo partito fa parte. «Naturalmente è stato solo l’inizio, ma certo, alle condizioni date, non si poteva fare di più. Il percorso è quello giusto, sul piano della riduzione della pressione fiscale (penso alla consistente riduzione del cuneo) - ha sostenuto - dell’aumento delle pensioni più basse, della riforma della giustizia, delle infrastrutture, a iniziare dalle grandi opere come il Ponte sullo Stretto. Tutte cose che in campagna elettorale avevo indicato come indispensabili e che ora il governo Meloni sta realizzando». «Naturalmente - ha sottolineato - ci vorrà tutta la legislatura, e noi siamo attivamente impegnati ad appoggiare e a sostenere con lealtà e spirito costruttivo l’esecutivo per realizzare questi impegni».
Per quanto riguarda possibili alleanze a Strasburgo in vista delle Europee, Berlusconi ha riferito di ritenere «possibile» che Lega e FdI entrino nel Ppe. «Una maggioranza di centrodestra in Europa sarebbe una svolta importante e darebbe nuovo impulso al funzionamento delle istituzioni europee, superando ogni residua forma di scetticismo verso la casa comunitaria», ha esortato. «La maggioranza fra popolari, liberali e socialisti, che ha retto le istituzioni europee per molti anni, ha fatto il suo tempo - ha aggiunto - Aveva un senso quando l’Europa era soprattutto un accordo fra gli Stati, e rappresentare nelle istituzioni europee tutte le grandi famiglie politiche dell’epoca ne garantiva una certa neutralità. Ma, man mano che l’Europa ha acquisito una soggettività politica autonoma, processo che io considero necessario e fondamentale, è diventato sempre più importante che la sua guida assuma una connotazione politica chiara. Tenere insieme forze che hanno visioni e obiettivi diversi porta solo alla paralisi o a soluzioni pasticciate». In Europa, come nei singoli Stati, «occorre una chiara assunzione di responsabilità politiche. Le alternative sono due, il centrodestra e la sinistra, lasciando fuori naturalmente su entrambi i fronti le frange estremiste inaffidabili e irresponsabili - ha concluso - I cittadini europei hanno il diritto di scegliere. Io credo che noi popolari, con i liberali e i conservatori, rappresentiamo la maggioranza degli europei, una maggioranza con un’idea ben chiara dell’identità d’Europa, delle sue radici liberali e giudaico-cristiane, del suo ruolo attivo nel mondo. Ovviamente considero indispensabile che i nostri alleati italiani siano di questa partita. Se dentro o fuori dal Ppe lo devono decidere prima di tutto loro»