dopo l'alluvione
La sottosegretaria Borgonzoni in Emilia Romagna: "Ora salviamo i beni culturali"
Lucia Borgonzoni, sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali, sta visitando alcuni dei luoghi colpiti dall’emergenza maltempo per "fare la conta" dei danni ai beni culturali.
L’unità di crisi e coordinamento del Segretariato regionale dell’Emilia Romagna del Ministero della Cultura, con i funzionari delle Soprintendenze archeologie belle arti e paesaggio insieme alla Soprintendenza archivistica e i carabinieri del nucleo Tutela del patrimonio Culturale, i cosiddetti «Caschi blu della Cultura», stanno svolgendo un’attività di monitoraggio sui siti segnalati. Sono 18 in provincia di Bologna, 41 in provincia di Forlì Cesena, 72 in provincia di Ravenna, 6 in provincia di Rimini, 1 in provincia di Reggio Emilia e 2 in provincia di Modena. In alcune di queste aree ci sono già stati degli interventi con la messa in sicurezza, in particolare, di alcuni beni archivistici e bibliografici. Non solo. Il Ministero della Cultura ha aumentato, temporaneamente, di un euro i biglietti dei musei per ricavare un extragettito da utilizzare per degli interventi sul patrimonio culturale; stimati per 10 milioni di euro.
Sottosegretario com’è la situazione?
]«La situazione generale sta migliorando ma restano ancora molte criticità. Oggi sono andata nel piccolo comune di Sant’Agata sul Santerno, 3 mila abitanti, che è stato duramente colpito dall’alluvione. Il fiume ha rotto gli argini invadendo il paese, le attività commerciali sono chiuse per i danni e anche la caserma dei carabinieri non si è salvata. L’acqua ha divelto il portone d’ingresso del garage poi è entrata nella caserma con una violenza tale che ha portato via gli infissi alle porte, per fortuna i due militari che stavano all’interno sono riusciti a salvarsi. Ho anche partecipato a un funerale di un signore che ha perso la vita all’interno della sua abitazione. Abitava al piano terra, era allettato e quando l’acqua è entrata non è riuscito a scappare; la moglie si è salvata».
Nella zona appenninica come è la situazione?
«Sono stata a Monterenzio. Un piccolo comune di circa 6 mila abitanti che ha subito oltre 100 frane e si trova spaccato in due; per andare da una parte all’altra si impiega un’ora e mezza. In questi piccoli comuni intervenire subito è fondamentale per evitare il pericolo spopolamento. Con lo smart working c’erano stati molti ritorni ma adesso il rischio è che questi piccoli comuni vengano cancellati».
Dopo un primo momento in cui la priorità è stata salvare le persone adesso è importante ricostruire case, scuole, negozi e caserme ma anche ripristinare i luoghi della cultura che contribuiscono a dare un senso di comunità. A che punto siamo?
«Assolutamente ed è una delle tante richieste che mi hanno rivolto i cittadini perché i luoghi della cultura sono anche i simboli di una comunità. [TESTO-BASE]Come Ministero ci siamo attivati mettendo a disposizione una prima tranche da 8 milioni di euro ma per fare una stima di tutti i danni si dovrà attendere che l’acqua venga portata via assieme al fango. Ho visitato il teatro Rossini di Lugo, il più antico della Regione, dove, se la parte affrescata si è salvata, la platea è immersa in 70 centimetri di acqua. Gli abbonati si sono messi subito al lavoro per un primo intervento di pulizia; questo fa capire come le comunità sentano loro questi luoghi. A Cesena c’è l’abbazia che ha subito il crollo di un muro esterno. A Forlì delle preziose cinquecentine e seicentine sono state raggiunte dall’acqua e dal fango nel seminterrato del Seminario nuovo ma si sta lavorando per metterle in salvo. In totale sono circa 140 i siti segnalati che, con molta probabilità, aumenteranno ma il Ministero insieme alle sovrintendenze monitoreranno per poi intervenire».
Oltre ai fondi che arriveranno con il Ministero avete già pensato a delle attività per far rinascere questi luoghi?
«Sì. Con il mondo dell’audiovisivo abbiamo organizzato una raccolta fondi per aiutare i comuni che ne hanno bisogno. I proventi di questa raccolta andranno direttamente alla protezione civile o alle amministrazioni coinvolte. Non solo. Sempre a Lugo ho visto il museo di Francesco Baracca uno degli eroi dell’aviazione italiana. Su Baracca è stato prodotto anche un film con<ET>Beppe Fiorello protagonista, ecco potremmo iniziare promuovendo la pellicola ma più in generale vorremmo portare il cinema, gratuito, nei paesi colpiti dal maltempo. In modo che questa estate possano ritrovarsi per guardare dei film insieme e ricostruire così, almeno in parte il senso di comunità.<ET>Penso anche alla partecipazione di alcuni attori che potrebbero seguire questo tour itinerante per i paesi».
Le immagini di queste ultime settimane hanno scoraggiato alcuni turisti che hanno chiamato alcune attività ricettive per chiedere informazioni, nella migliore delle ipotesi, o per disdire le prenotazioni. Cosa si potrebbe fare per invertire la tendenza?
«Dobbiamo promuovere la Romagna. Dobbiamo dire ai turisti che bisogna andare in Romagna. Stiamo pensando di organizzare delle promozioni non solo per quanto riguarda i comuni della costa ma anche quelli dell’entroterra».