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Covid, barricate di Pd e M5S contro la commissione d'inchiesta

Edoardo Romagnoli
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La politica vuole fare chiarezza sulle gestione della pandemia da parte dei governi Conte 2 e Draghi istituendo una commissione parlamentare di inchiesta. L’app Immuni, banchi a rotelle, mascherine e stato di emergenza. Sembra passata un’eternità dal periodo in cui queste erano le parole all’ordine del giorno ma in realtà l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato conclusa la pandemia da Sars-Cov-2 solo il 5 maggio scorso. L’emergenza di quei giorni ha di fatto sospeso i tempi democratici e i governi che hanno dovuto affrontare quello scenario inedito lo hanno fatto utilizzando decreti d’urgenza. Adesso però sia la giustizia che la politica vogliono ripercorrere quel periodo per cercare di fare chiarezza e capire se nell’urgenza sono stati compiuti degli illeciti. E infatti il 10 maggio sono stati interrogati al Tribunale dei ministri di Brescia l’ex titolare del dicastero della Salute Roberto Speranza e l’ex premier Giuseppe Conte nell’inchiesta che li vede indagati per epidemia colposa e omicidio colposo plurimo nell’ambito della gestione del Covid-19 nella bergamasca.

 

 

Parallelamente ieri alla Camera dei deputati è stato presentato il testo per l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sull’operato del governo e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l’emergenza epidemiologica del Covid 19. Il testo approda in Aula dopo un lungo iter in Commissione Affari sociali della Camera. Lungo ma non condiviso visto che il Pd ha lasciato i lavori dopo che la maggioranza, con l’appoggio di Italia Viva, «ha bocciato 105 emendamenti sui 109 presentati» come ha ricordato in Aula Nicola Stumpo del Partito democratico. Ma andiamo con ordine. La commissione avrà il compito, fra gli altri, di: valutare la legittimità dello stato di emergenza, accertare le vicende relative al piano pandemico nazionale, del mancato aggiornamento del piano redatto nel 2006 ma anche di capire se ci sono stati sprechi, irregolarità o illeciti sulle procedure di acquisto e la gestione delle risorse destinate al contenimento del virus. Per farlo si avvarrà di una commissione composta da 15 senatori e 15 deputati che assicurerà un rappresentante per ciascun gruppo esistente in almeno un ramo del Parlamento. La commissione avrà come arco temporale per completare i lavori tutta la XIXª legislatura. E proprio il «tempo» dei lavori è stato un altro degli elementi critici secondo le opposizioni: «Noi avevamo scritto 18 mesi, ma su tale iniziativa naturalmente la risposta è stata “no”, perché ciò che interessa, in questo caso, è guardare dal buco della serratura e non risolvere eventualmente i problemi successivi in base a quello che è stato».

 

 

Non solo, secondo Pd, Alleanza Verdi-Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle la maggioranza, insieme a Italia Viva, vorrebbe usare questa commissione come «clava politica». Per il Movimento 5 Stelle «la maggioranza, con la forza e l’arroganza dei numeri, vuole istituire una Commissione d’inchiesta che contiene già una sentenza scritta e che vuole essere una condanna del governo Conte 2 e un’assoluzione dei Presidenti di Regione» ha scritto in una nota Vittoria Baldino, vicecapogruppo dei pentastellati alla Camera. Critiche a cui ha risposto Paolo Trancassini di Fratelli d’Italia: «L’istituzione di una commissione di inchiesta parlamentare sul Covid è uno strumento fondamentale di democrazia per verificare la gestione della pandemia e chiedere spiegazioni sul mancato aggiornamento del piano pandemico. Non si tratta di un colpo di mano, di arroganza o di un dispetto istituzionale della maggioranza. Questa commissione non è stata chiesta dai poteri forti, ce lo hanno chiesto le nostre coscienze e gli italiani. La maggioranza di Governo esprime la volontà di fare chiarezza su un momento drammatico. È andato tutto bene nella gestione della pandemia? Noi pensiamo di no, pensiamo che ci sono molte zone d’ombra che meritano di essere approfondite».

 

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