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Silvio Berlusconi sul futuro di Forza Italia: rinnovo il partito

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Berlusconi a tutto campo. Dopo oltre un mese di degenza all'ospedale San Raffaele di Milano, il Cavaliere torna a casa e soprattutto protagonista della vicenda politica del nostro Paese. «Forza Italia ha una classe dirigente nazionale e locale esperta e autorevole. Ma non sono e non saranno soli, perché io continuerò naturalmente a esercitare a pieno, come ho sempre fatto, le mie responsabilità di fondatore e leader di Forza Italia». Dopo la lunga degenza al San Raffaele di Milano, Silvio Berlusconi torna a parlare e, al Corriere della Sera, annuncia un rinnovamento del partito.

I rapporti con gli alleati di governo «sono assolutamente eccellenti. Giorgia Meloni e Matteo Salvini mi sono stati vicini in queste settimane come dei veri amici, a riprova del fatto che il rapporto fra noi non è solo politico ma è fatto anche di un profondo legame personale», aggiunge. «Questo non toglie, ovviamente, che Forza Italia abbia un suo ruolo specifico. Con il Partito Democratico sempre più spostato a sinistra e il tramonto del cosiddetto Terzo polo, che è morto prima ancora di nascere, lo spazio al centro si allarga - spiega - e Forza Italia lo presidia con coerenza, perché siamo gli unici davvero liberali, cristiani, garantisti, europeisti, atlantisti. Siamo l’unica espressione italiana del grande centro della politica europea, il Partito popolare», conclude.

 

 

 

 

Il Cavaliere affronta anche il tema dei rapporti con Italia Viva: «Renzi dice spesso cose giuste - aggiunge Berlusconi - ma fino a quando non ne trarrà le conseguenze politiche, scegliendo la nostra metà campo, non si potrà andare al di la di occasionali convergenze in Parlamento». Su cosa si deve concentrare il governo? «Occorre continuare sulla strada che abbiamo imboccato nei primi mesi: stabilizzare il taglio del cuneo fiscale anche per far ripartire l’occupazione giovanile, realizzare la riforma fiscale procedendo verso la flat tax, continuare a lavorare per accrescere le pensioni minime fino ad arrivare a 1.000 euro entro la legislatura, porre mano alla riforma della giustizia secondo le linee indicate dal ministro Nordio».

 

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