Le scelte
Riforme, Schlein riunisce il Pd prima di vedere Meloni: cosa emerge dalla riunione
Una ricognizione per mettere a punto la ‘postura’ con cui presentarsi al tavolo delle riforme con il governo quella avviata da Elly Schlein questa mattina. La segretaria ha incontrato prima i membri della segreteria e poi i dem che siedono nelle commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato. Il sospetto dei dem è che il tavolo sulle riforme sia solo l’ennesimo tentativo della maggioranza di alzare una coltre fumogena attorno ai veri problemi interni alla coalizione di governo ed evitare di affrontare le «vere priorità del Paese», dal Pnrr alla sanità al lavoro. Per questo i dem sono decisi a sedersi a quel tavolo per andare a ‘vedere il gioco’ di Giorgia Meloni. «Dobbiamo vedere se la volontà di dialogo c’è oppure se è solo un modo per guadagnare tempo e distogliere l’attenzione dalle brutte figure che sta facendo il governo», dice Dario Parrini: «Noi non abbiamo pregiudizi, aspettiamo che la premier ci dica quali problemi si vogliono risolvere e quali strumenti consentono di risolverli», aggiunge il senatore dem. «Se invece ci sono solo dei feticci ideologici da sventolare, allora vuol dire che non c’è una vera volontà di dialogo».
Ci sono diversi nodi in campo per la maggioranza, spiega una fonte dem della Camera all’Agi: primo fra tutti quello dell’Autonomia differenziata. Nello stato maggiore dem è opinione diffusa che il dossier sarà portato avanti parallelamente a quello del presidenzialismo, per evitare ‘strapi’ fra le forze politiche di maggioranza, ma anche per rassicurare i territori al Sud, dove l’ipotesi di Autonomia differenziata continua ad alimentare qualche malumore. Accanto a questo è avvertita, fra i dem, la necessità di continuare a mettere al centro dell’agenda temi come il Pnrr, la sanità pubblica, il lavoro. «Ci confronteremo sui temi e porteremo una posizione, ma la convocazione non sia un modo per distrarre l’attenzione sui temi che interessano le persone e le necessità del Paese: lavoro, sanità, Pnrr», filtra dalla segreteria Pd riunita di prima mattina da remoto. Un primo giro di consultazioni, per Elly Schlein, da cui emerge un clima unitario all’interno del partito.
La ‘postura’ del Pd rispetto all’incontro di domani, infatti, rimane quella dell’ascolto di quanto viene proposto e delle successive determinazioni a livello di partito. Anche perché, viene spiegato da fonti dem, «al momento non c’è stata una proposta» e «anche negli incontri che abbiamo avuto con la ministra Elisabetta Casellati a gennaio» sono state avanzate diverse ipotesi, «dal presidenzialismo all’americana al semipresidenzialismo alla francese». Per il Pd, una strada percorribile è quella del cancellierato. Dalla sinistra del partito, intanto, filtra un certo disappunto per quanto detto dal ministro Antonio Tajani che, riguardo al dialogo con le opposizioni, ha avvertito: «Se le opposizioni scegliessero l’Aventino commetterebbero un grave errore» e, comunque, «noi andremo avanti, poi ci saranno i referendum e decideranno i cittadini». Parole che, per i dem, mettono la strada delle riforme in salita: «Si parte male».