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Elezioni amministrative 2023 con il centrodestra unito e la sinistra divisa: i comuni al voto

Pietro De Leo
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Conto alla rovescia per domenica 14 e lunedì 15 maggio, quando inizierà una nuova tornata di elezioni amministrative, che poi vedranno l’eventuale secondo turno di ballottaggio il 28 e il 29 maggio per i comuni sopra i 15mila abitanti (in Sicilia e Sardegna invece sarà tutto spostato di due settimane, mentre in un comune della Val d’Aosta e in tre del Trentino Alto Adige si vota domenica 21). Sono 769 i centri in cui si gioca la partita per sindaco e consiglio comunale, tra questi 17 capoluoghi di provincia, sette dei quali sopra i 100mila abitanti (Ancona, unico capoluogo di Regione che andrà al voto, e poi Catania, Brescia, Latina, Siracusa, Terni e Vicenza).

Complessivamente sono chiamati alle urne 6 milioni di aventi diritto. Come tutte le tornate amministrative, molto rileva l’aspetto locale, dovuto alla scelta dei candidati e dai nomi in squadra in grado o meno di captare consenso. Tuttavia, è innegabile che, come accade sempre attorno ad un’elezione di questo tipo, si compia qualche valutazione anche sul piano nazionale. Al momento, la "geografia amministrativa" dei capoluoghi vede 8 Comuni al centrodestra (Imperia, Pisa, Ragusa, Siena, Sondrio, Terni, Treviso, Vicenza); il centrosinistra governa in 5 (Ancona, Brescia, Brindisi, Teramo, Trapani); a Siracusa è uscente Azione; tre comuni (Latina, Massa, Catania) sono commissariati.

Al centrodestra servirà cercare di confermare la tendenza in corso, partita dalle politiche e poi riaffermata alle Regionali di Lombardia, Lazio e Friuli (con uno stop alle Comunali di Udine). In ogni caso, il centrodestra applica nella stragrande maggioranza delle situazioni, lo schema di compattezza. Con l’eccezione di Massa, infatti, si presenta unito. Nel centrosinistra, invece, lo schema di "campo largo" fatica a prendere corpo. Pd e 5 Stelle arrivano ai nastri di partenza insieme soltanto in quattro casi: Brindisi, Latina, Teramo e Pisa. Nel capoluogo di regione in cui si vota, Ancona, per esempio il Movimento andrà da solo.

C’è da segnalare che in qualche caso (a Brescia ad esempio), i pentastellati andranno con la sigla Unione Popolare, di Luigi De Magistris. Per quanto riguarda il Terzo Polo, c’è uno schema variabile di alleanze. A Teramo, per esempio, troviamo una candidatura autonoma di Italia Viva e Azione, così come a Treviso e Pisa. In qualche caso poi, come ad Ancona, sostengono il candidato sindaco di centrosinistra. A Brindisi, invece, non avendo messo in campo una propria lista appoggiano il centrodestra. Tra le sfide più importanti, sicuramente si colloca il capoluogo marchigiano, dove proprio oggi sono attesi Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Qui il centrosinistra è reduce da un decennio di governo di Valeria Mancinelli, insignita nel 2019 del "World Mayor Prize".

La coalizione progressista (che affianca al Pd il Terzo Polo ma non il M5S) candida un’altra donna, Ida Simonelli. Il centrodestra incalza con Daniele Silvetti, già consigliere regionale ed ex vice coordinatore di Forza Italia. Stando ai sondaggi, la partita al momento è apertissima. Altra sfida importante, poi, è quella di Catania, attualmente sotto commissariamento. Qui, il centrodestra prova a riaffermarsi con Enrico Trantino. Il centrosinistra invece ha schierato Maurizio Caserta. Altro candidato di prima fascia è Gabriele Savoca, del movimento "Sud chiama Nord" di Cateno De Luca. In totale, sono sette i pretendenti della fascia tricolore a Catania.

Un’altra piazza da tener d’occhio è sicuramente Terni. Qui, infatti, troviamo per il centrodestra (che cercherà di mantenere il Comune) candidato Orlando Masselli e per il centrosinistra (senza Movimento 5 Stelle) Jose Maria Kenny. Ma molta attenzione è catalizzata dal presidente della ternana calcio, Stefano Bandecchi, che si presenta alla guida di Alternativa Popolare e altre due liste. Un "outsider"nel quadro politico. Al Nord, inoltre, attenzione su Brescia. Il centrodestra corre con Fabio Rolfi, il Pd con Laura Castelletti, attuale vicesindaco facente funzione. Un’altra partita interessante, poi, è quella di Imperia, dove Claudio Scajola, sindaco uscente, cerca la riconferma alla guida del centrodestra (ma senza simboli). Già coordinatore di Forza Italia e più volte Ministro, Scajola è uno dei protagonisti della Seconda Repubblica.

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