Dissenso a prescindere
Schlein e Landini coppia sinistra a Bologna contro il taglio delle tasse
Sinistra e sindacati in piazza Maggiore contro il Dl lavoro e la precarietà. Anche se, a ben vedere, l’articolo 18 è stato smantellato da Renzi quando era segretario del Pd, i pagamenti in voucher li introdusse la Fornero e i contratti a tempo li fece Prodi. Ma ormai il leitmotiv è che a rendere precario il lavoro è il governo Meloni e a quello ci si attiene. In piazza anche il Partito democratico, come dimostra la partecipazione alla manifestazione della segretaria Elly Schlein. Il leader della Cgil Maurizio Landini ha voluto ringraziare i presenti «uno a uno» e ha parlato di un «segnale molto forte» in una «piazza stupenda». Poi ha ripreso la polemica di questi giorni rimarcando come «la propaganda non serve» e che ora è il «momento di dare delle risposte precise ai bisogni degli italiani». Ha poi chiesto il «rispetto delle organizzazioni sindacali, qui dimostriamo che la maggioranza di chi tiene in piedi questo Paese ha il dritto di essere coinvolto nelle scelte». Landini ha poi sottolineato di trovare «sbagliata la politica economica, sociale che questo governo sta mettendo i piedi. Oggi qualcuno chiedeva perché siamo in piazza», visto che hanno tagliato il cuneo fiscale. «È vero, lo chiediamo da tempo, ma il taglio del cuneo fiscale non lo vogliamo una tantum, ma lo vogliamo strutturale, per sempre».
Gli ha fatto eco il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri: «Che bella piazza, fatevi sentire da quelli che a Roma dicono che i sindacati sono tutti uguali. Non sono tutti uguali. Cgil, Cisl e Uil stanno qui, portano le persone in piazza, i problemi, le sofferenze e le soluzioni. Rappresentiamo la parte più debole del paese. La mobilitazione è partita da tanto tempo». Per il leader della Uil «non abbiamo cancellato la parola sciopero dal nostro vocabolario, ma sarà una mobilitazione molto lunga per far cambiare idea al Governo». Il leader della Cisl Luigi Sbarra chiede di «fermare il fuoco dell’inflazione», che «va spento». «Serve un grande soprassalto di consapevolezza, è il momento, è adesso, non domani, il Paese non può aspettare oltre, gli italiani hanno bisogno di risposte immediate che non possono arrivare da una singola voce», ha detto Sbarra, ricordando che non si può arrivarci «credendo, come fa il governo, di avere ricette già pronte che basta illustrare».
A Bologna Elly Schlein ha sottolineato che «nelle giovani generazioni c’è ancora troppa paura di futuro. Se hai un contratto di tre mesi e non sai cosa arriva dopo è difficile costruirsi una vita, costruirsi una famiglia per chi lo vuole fare». E per questo ha ribadito che «la crisi della natalità è molto collegata alla precarietà, che colpisce donne e giovani, soprattutto nel Sud del nostro Paese. Se si vuole invertire la rotta, la scelta del governo è la più sbagliata, nella direzione più scellerata». Dai ranghi dell’esecutivo il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, ha difeso l’operato del governo, dicendo che «ha fatto tutto ciò che si poteva per aiutare i lavoratori: abbiamo ridotto il cuneo fiscale fino al 7% e stiamo lavorando per mantenerlo anche con una scelta stabile a partire dal prossimo anno. In democrazia si può fare ciò che vuole ma non mi pare una risposta logica di quello che è stato fatto». E dalla maggioranza è arrivata la replica a Landini di Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, secondo cui «l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha il consenso di tutti quei lavoratori che il sindacato non ha più». Foti ha risposto al leader della Cgil che «Fratelli d’Italia e l’esecutivo stanno mettendo in campo tutta una serie di misure per dare più soldi in busta paga ai lavoratori e per ridurre il precariato», «dov’era il sindacato in questi decenni?». «In democrazia è legittimo manifestare e protestare, ma temo che la Cgil con questo paventato sciopero voglia coprire i decenni di assenze e mancanze verso i lavoratori», ha attaccato Foti.