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Def, la maggioranza corre ai ripari. Follia grillina: Meloni riferisca al Quirinale
Uno scivolone che non deve ripetersi. È questo il mantra che, da ieri sera, viene ossessivamente ripetuto nelle varie chat di eletti della maggioranza. Giorgia Meloni, visibilmente irritata per la figuraccia su un tema così importante come il Def, è stata perentoria: deve restare un episodio isolato e nulla di più. Ne va della tenuta stessa della maggioranza e dell'immagine del Governo. Anche perché, in attesa che la guerra in Ucraina cessi e con essa gas, corrente elettrica, benzina e, di conseguenza, inflazione tornino a cifre accettabili, il taglio delle tasse viene considerato un passaggio fondamentale per la tenuta dell'esecutivo. Il blocco navale richiede mesi di lavoro, di accordi bilaterali non sempre semplici da mettere nero su bianco.
Portare avanti norme su lavoro e imposte è considerato (giustamente) fondamentale. “Francamente aver fatto una scivolata di questo tipo su un argomento per noi molto importante ha poca giustificazione”, ha sentenziato il capogruppo alla Camera di Fdi Tommaso Foti. Tre le analisi che, in queste ore convulse, trovano maggiore credito nei salotti della politica romana. Il primo parla di un caso o, più probabilmente, di quello che il direttore del quotidiano Il Giornale, Augusto Minzolini, ha definito “una questione di supponenza rispetto ai numeri”. Vi è chi avanza l'ipotesi di una sorta di avvertimento che, soprattutto dai deputati leghisti più vicini a Matteo Salvini, sarebbe stato dato al premier: serve maggiore collegialità nelle scelte. Una voce, secondo il centrodestra, fatta girare ad hoc dalla sinistra che cerca di minare la solidità del governo. Da giorni il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani aveva alzato l'allerta sull'importanza del voto e sulla necessità della presenza in Aula.
Ora l'opposizione, che fino a ieri si occupava solo di antifascismo e armocromia, grida allo scandalo. “La premier dovrebbe recarsi subito al Quirinale”, sentenzia il capogruppo alla Camera del Movimento Cinque Stelle, Francesco Silvestri. Intanto come previsto l'incidente non è ripetuto oggi, con la Camera che ha approvato la nuova relazione sullo scostamento di bilancio con 221 sì e 116 no. La maggioranza assoluta, quella mancata ieri.