Conferenza bilaterale
Chi ricostruisce l'Ucraina: il premier Meloni detta la linea dell'Italia
L'Italia continuerà a fare la sua parte, a sostenere l'Ucraina finché sarà necessario e a spingere affinché Kiev entri presto a far parte dell'Unione europea. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni ribadiscono la linea, e lo fanno ricevendo a Roma la delegazione ucraina guidata dal primo ministro Denys Shmyhal e dal ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. L'occasione è la Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell'Ucraina, alla quale interviene in video-collegamento da Kiev anche il presidente Volodymyr Zelensky.
Il nostro governo, infatti, guarda già alla ricostruzione del Paese devastato dalla guerra, il che "significa scommettere concretamente sulla vittoria" e su un suo "futuro di pace, di benessere e sempre più europeo", è la convinzione di Meloni, che incassa la riconoscenza di Zelensky, eccezionalmente in italiano: "Grazie Giorgia, grazie Italia per l'appoggio. Gloria all'Italia, Slava Ukraini".
Al mattino, al Quirinale, è Mattarella a garantire a Shmyhal e Kuleba "il sostegno pieno dell'Italia all'Ucraina, in ogni ambito e finché sarà necessario", nonché l'ambizione a "una pace giusta che rispetti l'integrità" del Paese. Il cui ingresso nell'Ue deve avvenire "nel più breve tempo possibile", è il monito del capo dello Stato, a cui si associa la presidente del Consiglio chiedendo di "avviare in tempi rapidi i negoziati per l'adesione".
La premier interviene, al Palazzo dei Congressi dell'Eur, alla Conferenza sulla ricostruzione promossa dal Ministero degli Esteri: presenti i ministri Antonio Tajani, Matteo Salvini, Adolfo Urso e Giancarlo Giorgetti, che annuncia "il nostro contributo al Fondo della Banca europea per gli investimenti con una garanzia pari a 100 milioni di euro". Dopo un faccia a faccia con il primo ministro ucraino, Meloni interviene davanti ai rappresentanti di circa mille imprese italiane e ucraine. Un'iniziativa che aveva promesso a Zelensky durante il suo viaggio a Kiev e che il presidente apprezza ringraziando "personalmente Giorgia Meloni per il suo sostegno". Un sostegno che quest'ultima rinnova, assicurando che "l'Italia continuerà a fare la sua parte a 360 gradi".
Tra i contributi che il nostro Paese può dare c'è proprio quello per la ricostruzione, che secondo le stime riportate da Kuleba potrebbe valere 400 miliardi di dollari. "L'Italia si candida a ospitare nel 2025 l'Ukraine Recovery Conference, una conferenza internazionale molto più grande di questa", annuncia la presidente del Consiglio, invitando le nostre imprese italiane a "non avere paura di scommettere sulla vittoria" di Kiev, perché "l'Italia può contribuire a realizzare il prossimo miracolo economico dell'Ucraina", come accaduto da noi negli anni '60. Ad attendere quel Paese "c'è un futuro di pace e di libertà. Non ci sono altre opzioni possibili", aggiunge, e quindi "investire sulla sua ricostruzione non è azzardato" ma è anzi "uno degli investimenti più oculati e lungimiranti".
Anche perché "l'Ucraina non cederà mai il proprio territorio al nemico", assicura Zelensky parlando alla Conferenza, e anche se centinaia delle nostre città e villaggi sono state distrutte dagli attacchi missilistici russi siamo pronti a farle rinascere". Il premier Shmyhal chiede a Meloni "di sostenere anche l'avvio dei negoziati per una futura nostra adesione alla Nato", mentre Kuleba garantisce che "vinceremo questa guerra e restituiremo al Paese la sua integrità territoriale".
Del resto, "Antoine de Saint-Exupéry scriveva che se vuoi ricostruire una barca non devi radunare gli uomini per tagliare legna ma per insegnare loro la nostalgia del mare", è la citazione finale di Meloni, secondo cui allo stesso modo "per ricostruire una nazione martoriata dalla guerra serve la nostalgia della libertà e del proprio futuro che il popolo ucraino ha saputo dimostrare così bene". Poi il saluto a Zelensky: "Ti ringrazio per le tue gentili parole e per essere stato qui con noi. Spero potrai venire di persona il prima possibile".