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Luigi Di Maio inviato nel Golfo si mette in tasca oltre 330mila euro

Dario Martini

Luigi Di Maio, grazie all’incarico di inviato speciale Ue nel Golfo Persico, riuscirà a mettersi in tasca oltre 330mila euro. Per la precisione 336mila. Lo stipendio non è ancora ufficiale. Ma è la retribuzione prevista per chi svolge questp tipo di compito per conto dell’Unione europea. La ratifica ufficiale ancora non c’è. Il primo step è previsto domani, quando della questione si occuperanno gli ambasciatori del Comitato politico e di sicurezza. Si tratta solo di un passaggio formale. Il via libera definitivo arriverà solo in seguito con l’approvazione del Consiglio. Se dovesse saltare sarebbe una vera sorpresa, dal momento che verrebbe bocciata l’indicazione dell’Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, il quale ha indicato il profilo dell’ex ministro degli Esteri italiano come il più qualificato. Proprio ieri, Peter Stano, portavoce della Commissione europea, rispondendo a una domanda su Di Maio, ha precisato: «Siamo molto fedeli alle procedure e alle buone maniere. Solitamente non commentiamo sulla corrispondenza inviata dall’Alto rappresentante» Josep Borrell «agli Stati membri. Quindi non posso confermare nulla, posso solo dire che procedura per selezionare e nominare una persona coma nuovo rappresentante speciale Ue presso il Golfo non si è ancora conclusa. Non possiamo commentare su una procedura interna e in corso quindi non contribuiamo alle speculazioni».

 

  

 

 

Il governo italiano, tramite il titolare della Farnesina Antonio Tajani, ha precisato che l’ex capo dei 5 Stelle non è il candidato del governo italiano. La Lega, invece, ha parlato di scelta vergognosa. E proprio il partito di Salvini, con un’interrogazione a firma dell’eurodeputato Marco Zanni, ha chiesto chiarimenti a Borrell. Nell’interrogazione viene evidenziato come proprio Di Maio, quando era ministro degli Esteri, «abbia creato in maniera ripetuta incidenti diplomatici con alcuni Paesi parte del Golfo Persico». Inoltre, si sottolinea che dalla risposta a un’altra interrogazione, la «E-003982/20221, si desume che la retribuzione per tale figura potrebbe corrispondere a quella di un AD14-15». L’interrogazione a cui si fa riferimento ha come oggetto l’incarico di un altro inviato speciale, quello per il Sahel, fascia di territorio dell’Africa subsahariana, per cui, appunto, il compenso è quello di categoria AD14-15. Lo stipendio mensile che corrisponde a questo codice è pari a 16.084 euro, previsto per i funzionari single senza figli a carico che percepiscono la cosiddetta «indennità di espatriato». L’«expat allowance» (questo il termine inglese) spetta agli alti funzionari che per lavoro si trovano all’estero, distanti dal luogo di residenza. La tassazione, con ritenuta alla fonte, è circa del 10%, ma se si aggiungono altre indennità minori il compenso totale viene di fatto pareggiato, così lordo e netto finiscono per essere praticamente equivalenti. L’incarico di inviato nel Golfo avrà inizio il primo giugno, e durerà almeno fino al 28 febbraio 2025. Ventuno mesi in tutto. Quindi, con una retribuzione mensile pari a 16mila euro, alla scadenza dell’incarico fanno 336mila euro tondi tondi. Senza contare che alle sue dipendenze Di Maio avrà anche uno staff ad hoc. Alla luce di tutto ciò, l’interrogazione della Lega è volta anche a sapere se Di Maio, in qualità di «rappresentante speciale rispetti i criteri stabiliti dallo statuto dei funzionari dell’Ue per il grado cui dovrebbe venire assegnato». E se invece non «andrebbe favorita la nomina di donne a tale carica, considerato anche che al momento su un totale di nove Rsue (rappresentati speciali dell’Unione europea, ndr) sei sono uomini».