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Giorgia Meloni: prima di pensare ai migranti diamo più lavoro alle donne

Benedetto Antonelli
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La tenuta economico -sociale dell’Italia non si risolve facendo arrivare sempre più immigrati come vorrebbe la sinistra. Per Giorgia Meloni la soluzione è un’altra: incentivare la natalità e creare le condizioni per agevolare le donne a trovare lavoro. «È oggettivo che noi in Italia abbiamo un problema di tenuta del nostro sistema economico e sociale dato dal fatto che per troppi anni non abbiamo investito sulla natalità e sulla demografia - spiega il presidente del Consiglio a margine del Salone del Mobile a Milano - Di fatto noi abbiamo sempre più persone da mantenere e sempre meno persone che lavorano, al di là della valutazione però questo problema si risolve in vari modi. E il modo sul quale lavora il governo non è risolverlo con i migranti ma risolverlo con quella grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile».

 

Meloni pronuncia queste parole in risposta a chi le faceva notare che nel Def (Documento di economia e finanza del governo) si evidenzia come un aumento dei flussi migratori farà calare il debito pubblico. Per il premier questa non è la soluzione al problema, che va affrontato in un altro modo: «Alzare i livelli del lavoro femminile, portandoli alla media Europea». Già così «i nostri dati cambierebbero molto - ha aggiunto Meloni - e anche lavorando sulla demografia e quindi sull’incentivazione della possibilità da parte delle famiglie di mettere al mondo dei figli. Questo è quello su cui il governo lavora». Il capo del governo annuncia anche che nelle prossime settimane arriverà in Consiglio dei ministri un collegato alla manovra «che ha come obiettivo la valorizzazione del marchio» Italia.

 

L’azione del governo, rimarca Meloni è volta a favorire il lavoro, perché «non mi rassegno sottolinea - a un modello di società basato sul reddito di cittadinanza». In questa direzione va anche il liceo del Made in Italy «che è in dirittura d’arrivo» e nell’idea della premier punta ad «allineare il rapporto tra domanda e offerta di lavoro», operando una «rivoluzione culturale sul ruolo del sapere artigiano».

A provocare la reazione delle opposizioni sono però le dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, che pensando all’Italia del «dopodomani»- dal congresso nazionale della Cisal -dichiara: «Va costruito un welfare per consentire di lavorare a chiunque, di lavorare e avere una famiglia» perché «non possiamo arrenderci al tema della sostituzione etnica». Duro il commento della segretaria del Pd, Elly Schlein, che parla di affermazioni «disgustose, inaccettabili e da suprematista bianco» e chiede alla stessa Meloni di prendere le distanze «con forza da queste parole dette, peraltro, nel giorno in cui il presidente Mattarella è in visita ad Auschwitz». All’attacco anche il leader di Azione, Carlo Calenda, per il quale «riesumare il vecchio refrain della "sostituzione etnica" riporta il governo ad una postura incompatibile con una presenza autorevole in Europa». Da +Europa Benedetto Della Vedova chiede a Lollobrigida di scusarsi per aver usato un «linguaggio da cospirazionista, inaccettabile da parte di chi sta al governo».

 

Ma in un video pubblicato su Facebook, Lollobrigida risponde alle critiche e va al contrattacco: «La sinistra evidentemente in difficoltà, priva di argomenti solleva il solito polverone su una mia dichiarazione durante un’assemblea sindacale in cui spiegavo che per contrastare la denatalità in Italia, che rischia di far scomparire il popolo italiano, bisogna provare ad aiutare chi intende farlo a mettere su famiglia con figli, con agevolazioni e un sistema di welfare che lo sostenga, che dia la possibilità di acquistare una casa, di coniugare il lavoro e la famiglia». «E la sinistra rimarca ancora Lollobrigida- invece solleva il polverone, parla di razzismo, di suprematismo, dice cose che non hanno alcun senso». Interviene anche il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti: «A Elly Schlein e compagni, non potendo attaccare nel merito il buon governo del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrogida, non resta che baccagliare sulla terminologia e sul nulla. Da vent’anni i governi che si sono succeduti non sono riusciti a risolvere il problema della denatalità italiana, non garantendo un sistema di welfare sufficientemente rassicurante per le nostre famiglie».

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