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Elly Schlein, vacanze finite: torna e ritrova tutti i guai del Pd

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Giada Oricchio
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La strategia della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein? Silenzio e riflessione secondo i sostenitori, ambiguità e rinvii secondo i detrattori. Un articolo di “la Repubblica” ha analizzato il ritorno di Schlein sulla scena politica dopo qualche giorno di vacanza: “È portata a scegliere con cura esternazioni e sortite pubbliche ed è una politica molto più prudente, nel bene e nel male, di come qualcuno se l’è figurata”.

Il giornalista Stefano Cappellini nota che, nella settimana appena trascorsa, il governo ha varato il Def e chiuso le nomine dei manager delle partecipate in totale assenza del Pd: “Sarà importante capire se l’assenza di Schlein è stata dettata anche dalla volontà di lasciare decantare i malumori interni seguiti alla nomina della segreteria o se è ancora in corso lo studio per prendere le misure al nuovo ruolo”.

Tuttavia per la leader Pd è giunto il momento di prendere posizioni chiare, a iniziare dal termovalorizzatore di Roma. Ieri, alla sua prima uscita pubblica, a un giornalista de “La Stampa” che le ha chiesto cosa ne pensasse, Schlein ha risposto: “Siamo in Toscana”. Pilatesca. E oggi Cappellini avverte: “In settimana è previsto un voto alla Camera sull’opera che è diventata il cuore del mandato del sindaco di Roma Roberto Gualtieri e che, se dovesse saltare, creerebbe un incidente difficilmente rimediabile. (…). Ha preso tempo però, non ce n’è più molto. Se Schlein è contraria al termovalorizzatore, è bene che Gualtieri e gli elettori lo sappiano subito. Se è favorevole, dovrà dirlo con chiarezza prima del voto in Aula, perché il via libero politico a un’opera così importante per la Capitale non può arrivare con una sorta di silenzio assenso”.

A lungo andare, reticenza e politica del rimando sono un boomerang: “Ci sono fasi in cui il silenzio è d’oro, altri in cui può creare equivoci. Per questo è importante che Schlein non perda occasione per disegnare con chiarezza i confini della sua proposta, anche quando a sollecitarla è la società civile” conclude il notista politico ricordando che cento femministe aspettano ancora una risposta alla lettera aperta per denunciare la pratica della maternità surrogata come forma di sfruttamento sul corpo delle donne, mentre sul fronte delle alleanze Schlein deve capire se Conte è un potenziale amico o un irriducibile antagonista del Pd. Insomma, tutti i nodi vengono al pettine e vanno sciolti senza grandi strappi.

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