cantiere dei moderati

Terzo polo, pace forzata tra Matteo Renzi e Carlo Calenda

Edoardo Romagnoli

Dopo tanti litigi arriva la tregua nel Terzo polo. Ieri durante il vertice del partito Renzi e Calenda hanno sottoscritto un documento che mette nero su bianco il percorso verso il partito unico. Durante i mesi di aprile-maggio, due comitati con partecipazione paritetica di Azione e Italia viva elaboreranno le regole e il manifesto dei valori del partito unico; ai comitati parteciperanno anche rappresentanti dei Liberal Democratici europei ed esponenti di altri movimenti popolari, riformisti e della società civile concordati tra Azione e Iv per assicurare il massimo coinvolgimento di tutte le forze ed energie che non si riconoscono nei poli di destra e di sinistra. A quel punto i due leader «delibereranno lo scioglimento dei rispetti partiti entro la fine del 2024 e il conferimento al partito unico di un importo pari al 70% delle risorse ricevute dal 2/1000 a partire dalla seconda rata 2023; all’avvio del percorso congressuale, Azione e Italia Viva conferiranno al partito Unico un ammontare di Euro 200.000 ciascuna, per il finanziamento delle operazioni congressuali e della promozione e organizzazione del partito unico nel corso del 2023». È chiaro che la pace non sia arrivata grazie al documento visto che, come sottolineato da alcune fonti di Italia Viva: «È il documento che avevamo già condiviso. Calenda ha fatto tutto da solo. Ieri ha litigato da solo e oggi ha fatto pace da solo. Sono esattamente le stesse cose già condivise». Stessa posizione espressa anche da Maria Elena Boschi: «Da parte nostra, da parte di Italia viva, non c’è nessunissimo problema. I problemi li hanno Calenda e Richetti, vediamo cosa hanno da dirci. Noi andiamo avanti. La bozza che ci hanno mandato è più o meno uguale a quella discussa altre volte. L’assemblea di Iv è già fissata per il 10 di giugno, noi ci stiamo portando avanti».

 

  

 

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Molto più probabile che la tregua sia arrivata in vista del prossimo appuntamento elettorale delle europee del 2024 dove non conviene a nessuno presentarsi da solo. Anche perchè i motivi della frizione rimangono tutti sul tavolo. Non ultimo la questione de «Il Riformista». Calenda alla notizia del nuovo incarico di Renzi ha prima fatto gli auguri e poi ci ha ripensato iniziando a sollevare dubbi sull’operazione. Proprio ieri è arrivata la notizia che Renzi sarà affiancato da Andrea Ruggeri, berlusconiano di ferro, che conferma come l’area a cui vorrebbe guardare l’ex presidente del Consiglio è proprio quella di Forza Italia. D’altronde se è vero, come dicono in tanti, che la scena politica italiana sta andando verso il bipolarismo è chiaro che il Terzo polo dovrà compiere una scelta. Ma se per Renzi il porto di approdo comune è l’area del centrodestra rappresentato da Forza Italia, per Calenda sembra che la soluzione sia andare da soli; anche perchè, a quanto trapela, in Forza Italia non stravedono per lui. Poi c’è la questione dei soldi. Calenda in questi avrebbe speso molto, soprattutto in sondaggi, e per questo vorrebbe far confluire le casse di Azione e Italia viva nella nuova cassa comune del partito unico. Poi c’è la questione del congresso nazionale che Calenda vorrebbe si facesse subito per essere eletto segretario del nuovo partito, mentre Italia viva vorrebbe fosse anticipato da dei congressi locali, eventualità che non piace ai «calendiani» vista la maggiore forza di Italia viva sui territori.