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Pnrr, la strategia del governo: ipotesi risorse su progetti realizzabili
Non accennano a placarsi le preoccupazioni sul rispetto dei tempi d'attuazione del Pnrr. Ad esprimere i suoi timori oggi è stato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che intervenendo alla trasmissiome 'Mezz'Ora in più' su Rai3 ha lanciato un appello al governo affinché affronti con una prospettiva "manageriale" la gestione delle risorse: "Questo è un esercizio politico, ma poi è molto manageriale - ha detto Sala -. Se la politica s'illude di cambiare pelle da un giorno all'altro sbaglia. Quando dico se ci sono fondi inutilizzati dateli a Milano vengo ridicolizzato, ma dico la verità. Abbiamo progetti nel cassetto per rifare le scuole, l'edilizia popolare, comprare autobus. Cose vere. Se ci danno i fondi li investiamo".
Sala quindi sottolinea di non volere affatto sottrarre fondi ad altre aree del Paese, ma invita a considerare il ruolo centrale di Milano, cuore pulsante dell'economia italiana. "Se ci fosse un fallimento italiano, sarebbe un fallimento europeo perchè l'Europa ha scommesso sull'Italia. Il 'Next generation Eu' nasce soprattutto per l'Italia, e il Sud deve giocare un ruolo importante - ha detto Sala -. Io non voglio togliere fondi a nessuno. Se ci sono fondi inutilizzati che facciamo, li buttiamo via?".
Sul tema del rispetto dei tempi di attuazione e sui metodi d'attuazine del Pnrr, in mattinata era intervenuto anche il leader di Azione, Carlo Calenda, che su Twitter aveva ricordato: "Noi abbiamo suggerito al governo di ripristinare industria 4.0 - reinserendo la formazione - e allargandola ai beni ambientali e al risparmio energetico. Gli investimenti caleranno a causa dei tassi. Stimolarli migliorando la produttività e il risparmio energetico è una buona scelta. Le imprese investono con tempi più 'umani'. Abbiamo discusso il piano con tutti i Ministri interessati. Adesso occorre accelerare".
L'auspicio che si leva dal Terzo polo è chiaro, andare oltre lo "scaricabarile" di responsabilità e non perdere tempo prezioso. "Sul Pnrr la politica è chiamata a una prova di serietà. Non dobbiamo fare l'errore di FdI che quando era all'opposizione guardava al Pnrr come al 'Piano Draghi'. Per me questo non è il 'Piano Meloni', è il piano dell'Italia - dice Mariastella Gelmini, vicesegretaria e portavoce di Azione, intervistata da 'La Stampa' -. Questo governo si è preso la responsabilità di cambiare le regole in corsa e rivoluzionare la 'governance' del Pnrr, applicando anche lo 'spoils system': ora non ha più alibi, deve dire all'Italia cosa vuole fare e rispettare i tempi. Per noi non c'è da stravolgere niente: vogliamo collaborare, in settimana discuteremo il decreto sulla governance. Per dire sì abbiamo posto due condizioni: ricostituire 'Italia sicura', l'unità di missione creata dal governo Renzi, e ripristinare a pieno regime 'Industria 4.0', misura voluta da Calenda quando era ministro".
A difendere l'operato del governo e porre l'accento sui problemi ereditati dai governi precedenti ci ha pensato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, che ospite del Caffè della domenica di Maria latella, su Radio 24 ha spiegato: "Sul Pnrr purtroppo l'attuale governo sta risistemando molte cose che non vanno. Che ci siano criticità noi l'abbiamo sempre detto. Abbiamo un imponente piano che è stato fatto in modo troppo frettoloso dal governo Conte II. Rivendichiamo che ci siamo astenuti in Parlamento perché il Pnrr è stato portato in Aula con meno di 24 ore di anticipo rispetto a quando il Parlamento lo ha dovuto votare".
Appare infine fiducioso sul raggiungimento dei traguardi il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto: "Sul Pnrr, l'Ue non sembra più sorda alle difficoltà dei singoli Paesi. Siamo perciò fiduciosi: gli obiettivi potranno e dovranno essere raggiunti. A questo fine, siamo chiamati tutti a fare squadra all'insegna di un principio: la responsabilità. Il traguardo è troppo importante, non si possono anteporre le singole appartenenze all'interesse del Paese".