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Stretta sulle occupazioni di case: proposta di legge di Fratelli d'Italia contro i furti

Dario Martini
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La lotta alle occupazioni abusive è una delle battaglie principali di Fratelli d’Italia. A febbraio scorso, dopo uno sgombero nelle casi popolari a San Basilio, periferia est di Roma, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato: «Si è iniziato a fare ciò che andava fatto prima». Per riaffermare appieno il principio della legalità, oltre agli sgomberi, bisogna agire anche sul fronte normativo. Ecco il motivo per cui il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha depositato in commissione Giustizia una proposta di legge che inasprisce le pene, fino a nove anni, per chi occupa immobili abusivamente. «È un provvedimento a favore della legalità e dello stato di diritto - spiega Foti -. Oggi abbiamo una possibilità vera di avere un piano che vada ad individuare le zone critiche». La ratio è scardinare una volta per tutte quella sorta di impunità spesso garantita a chi occupa. Un obiettivo da raggiungere anche introducendo l’arresto in flagranza di reato e l’esclusione del rito abbreviato. La proposta di legge, che intende contrastare le «occupazioni arbitrarie», anche chiamato «furto di case», ha avviato il suo iter in commissione parlamentare a inizio settimana. Oltre a Foti, è stata firmata dai deputati Mauro Rotelli, Aldo Mattia, Stefano Benvenuti Gostoli, Massimo Milani, Dario Iaia, Gianni Lampis, Fabrizio Rossi e Rachele Silvestri.

 

 

Nel testo si ricordano i numeri di un fenomeno dalle «dimensioni sconcertanti». In base ai dati ufficiali forniti dal ministero dell’Interno, tra gennaio e dicembre 2021 «i provvedimenti esecutivi di rilascio di immobili ad uso abitativo emessi in Italia» ammontavano «a 38.163, con un incremento, rispetto al 2020, del 17,29%». In particolare, «1.603 sono stati emessi per necessità del locatore, 4.477 a seguito di finita locazione, 32.083 per morosità o altra causa». Nonostante ciò, gli sfratti «effettivamente eseguiti» nel periodo in esame ammontavano «solo a 9.537, evidenziando come gli interessi dei proprietari, pubblici o privati, non siano stati di fatto tutelati». I legislatori evidenziano come gli articoli 633 e 634 del codice penale, nella loro formulazione odierna, non producano un effetto «deterrenza». Chi viene condannato, infatti, «può beneficiare della sospensione condizionale della pena», o quando la pena è superiore a due anni ad altri «benefici che di fatto ne escludono l’esecuzione». Inoltre, «in caso di flagranza di reato non è consentito l’arresto né l’adozione di misure cautelari». Ecco perché nel progetto di legge viene spiegato come «il sistema sanzionatorio vigente sia improntato a politiche deflattive, tenda a lasciare sostanzialmente impuniti gli autori del delitto e, circostanza ancora più grave, non assicuri un’adeguata e repentina tutela della persona offesa, privata della propria abitazione».

 

 

Come se non bastasse, gli sgomberi negli scorsi anni sono sempre stati «surclassati dall’esigenza di non pregiudicare la pubblica sicurezza nonché i bisogni degli occupanti abusivi collegati a particolari condizioni di vulnerabilità». Tutto ciò non sarà più ammesso. «Tollerare il crimine, per di più commesso da masse organizzate in pregiudizio dei cittadini indifesi, è una ben strana forma di tutela dell’ordine pubblico», si legge nella proposta di legge. Ad essere modificato sarà l’art. 634 del codice penale che disciplina «la turbativa violenta del possesso di cose immobili». Finora si rischiava la reclusione fino a due anni e una multa da 103 a euro 309. Con la nuova legge, invece, «chiunque con violenza alla persona, con minaccia o con violenza sulle cose, spoglia qualcuno del possesso o della detenzione di cose immobili, o altrimenti turba tale possesso o detenzione, è punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni e con la multa da 2.000 a 10.000 euro». Se ad essere occupata è un’abitazione civile la pena sale «da 5 a 9 anni e una multa da 5.000 a 25.000 euro». In caso di flagranza di reato la polizia giudiziaria «interviene per impedire che il reato sia portato a ulteriori conseguenze». Infine, l’autorità giudiziaria dispone il sequestro entro 48 ore, poi ordina lo sgombero e la restituzione immediata dell’immobile.

 

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