Cosa sostiene Forza Italia, Barelli torna capogruppo e svela il piano di Berlusconi
Sono stato richiamato dal presidente Berlusconi in un momento molto particolare, bello, ricco di aspettative, e ho risposto "obbedisco", come sempre. È dal 1994 che sono in Forza Italia. Quindi, sono qua». È soddisfatto, Paolo Barelli, per la sua elezione, per la seconda volta, alla guida dei deputati di FI, al posto di Alessandro Cattaneo.
Nessun motivo di tensione, in FI, per gli ultimi avvicendamenti ai vertici?
«In molti chiedono cosa è successo, chi sale e chi scende. Il presidente Berlusconi, ed evoco anche motivi calcistici, è abituato a vincere con più goal di scarto. Evidentemente, ha dato un impulso in un momento molto delicato. Ci saranno, l’anno prossimo, le elezioni Europee, e vanno valorizzati il nostro Dna, i nostri valori, l’europeismo, l’atlantismo: valori che magari non sono netti nella storia dei partiti della nostra coalizione. Siamo l’unico partito del centrodestra saldamente radicato, da sempre, nel governo dell’Europa. Siamo un elemento di grande conforto, supporto, su cui questo esecutivo deve trovare forza in Italia e nel nostro Continente, per arrivare ad un governo di centrodestra, coni conservatori e, perché no, con i liberali, appunto anche in Europa. Un risultato che sarebbe storico. Un disegno che con il presidente Berlusconi, con Giorgia Meloni e con Matteo Salvini, speriamo di poter concretizzare».
“Una richiesta a Berlusconi”. Il terremoto di Forza Italia visto da Ronzulli
Forza Italia è unita?
«Il gioco di squadra non può essere legato agli umori dei singoli, va aldilà dei singoli protagonismi. Il gruppo parlamentare della Camera ha votato per la mia elezione all’unanimità, per acclamazione: anche coloro che erano fuori, all’estero, per impegni parlamentari, hanno comunicato il loro consenso nei miei confronti. È evidente che siamo persone libere, per cui ognuno ha le proprie ambizioni, ma non noto alcuna uscita dal coro».
Nessun rischio di scissione, dunque, in FI?
«Non è assolutamente nei fatti».
Quali sono le prossime sfide per il partito?
«Con le Europee, nel 2024, arriveremo al trentesimo anno dell’impegno di Silvio Berlusconi e di FI nel Paese. Non saranno le solite elezioni, arriveranno in un momento particolare, perché l’Europa vive problematiche notevoli. L’Europa deve, però, trovare il bandolo della matassa per essere all’altezza delle sfide globali con gli altri Continenti, con la Cina, e deve avere un rapporto di peso con gli Stati Uniti, che sono il nostro partner naturale. In questo, l’Italia può e deve svolgere un grande ruolo. Ci sono spazi, in Europa, che il nostro Paese può e deve occupare sotto la leadership del presidente del Consiglio, Meloni».
Il centrodestra è compatto?
«La coalizione è unita sulle questioni che contano, sulle cose essenziali. Certamente, i singoli partiti - Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia -hanno storie diverse. Occorre, quindi, avere la capacità di unire origini differenti in un progetto comune, ed in questo il ruolo di Forza Italia è fondamentale e continuerà ad essere tale, perché ci rendiamo conto che i problemi sono sempre maggiori: il Covid, la crisi energetica e delle materie prime, la guerra in Ucraina, gli sbarchi. Queste sfide si possono affrontare e si possono vincere solo se c’è una grande unione».