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Porta a Porta, retroscena di Ronzulli su Forza Italia: “Cosa avevo chiesto a Berlusconi”
Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia al Senato, è ospite della puntata del 28 marzo di Porta a Porta, il programma tv di Rai1 condotto da Bruno Vespa, e viene interrogata sugli scossoni interni al partito azzurro, con Silvio Berlusconi che negli scorsi giorni ha cambiato diverse figure di primo piano, a partire da Alessandro Cattaneo, sostituito da capogruppo della Camera per lasciare spazio a Paolo Barelli: “Lasciare la guida del partito in Lombardia era una richiesta che avevo già fatto al presidente Berlusconi. Fare il capogruppo al Senato, della maggioranza, di un partito che sta al governo è un impegno troppo gravoso e negli ultimi mesi riuscivo a farlo in modo parziale perché la Lombardia ti porta via tanto tempo. Dopo le regionali ho detto al presidente ‘io sono un commissario, non un coordinatore’. Forza Italia ha tenuto e ha ottenuto un ottimo risultato, c’era la trattativa da fare sui posti della giunta, una trattativa che ha dato i suoi risultati. Tutto non si riesce a fare”.
“Sfido chiunque - sbotta Ronzulli - a trovare una mia dichiarazione che non sia in linea con il governo. E non corrisponde al vero che il cambio di Cattaneo sia dovuto a un cambio di linea politica o per un riequilibrio sulla Lega piuttosto che su Giorgia Meloni. La linea da noi la dà una sola persona. Trovo enorme che si parli di riequilibrio o di cambio di linea. Cattaneo è una delle migliori risorse che ha il nostro partito, e quando il partito è in difficoltà deve utilizzare le migliori risorse per mettere mano a una riorganizzazione sul territorio”.
Poi Ronzulli dà addosso all’opposizione sulle critiche rivolte alle misure approvate in Cdm: “Il Pd cerchi di guardare al nuovo Codice appalti senza pregiudizio. È un testo che va nella direzione promessa agli elettori, quindi sulla via della sburocratizzazione e della semplificazione. Sappiamo bene che la iper burocrazia non è un freno al malaffare e alla criminalità, anzi. Questo nuovo codice degli appalti è più snello, improntato sulle imprese e, quindi, sullo sviluppo del Paese”.