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Appalti, bollette, concorrenza: governo al lavoro sui dossier più caldi

Pierpaolo La Rosa

Quella che si apre oggi è una settimana densa di appuntamenti, ed importante, peril governo guidato da Giorgia Meloni e perla maggioranza di centrodestra, con diversi snodi politici ed economico-finanziari da affrontare. Si comincia già oggi pomeriggio, alle 14,30, con la riunione della commissione Finanze della Camera, che sarà impegnata nella votazione degli emendamenti al decreto legge recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti. Decreto atteso in Aula dopodomani. Si tratta del testo che interviene sul meccanismo del superbonus e, più in generale, sui bonus edilizi.

Palazzo Chigi, come risaputo, considera il superbonus uno strumento gravoso, che pesa sulla tenuta dei conti pubblici. Certo, ci sono da sbloccare i crediti fiscali cosiddetti incagliati, su cui sono allo studio, da parte dell’esecutivo, alcune soluzioni, con la collaborazione da parte degli istituti di credito. Spazio, poi, al nuovo Codice degli appalti: l’obiettivo del vicepremier e titolare del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, è di portarlo sul tavolo del Consiglio dei ministri previsto per domani. «Un nuovo Codice degli appalti pubblici che scommette sulla operatività delle imprese e dei sindaci, che non dovranno più fare una gara per sostituire una tapparella in una scuola o una panchina in un parco. Puntiamo tutto sulla logica dell'affidamento diretto, convinti che questo non alimenterà la corruzione, anzi finirà per contrastarla meglio», ha annunciato un paio di giorni fa il segretario della Lega, secondo cui le nuove norme permetteranno «lavori più rapidi, attenzione al territorio e meno burocrazia».
All’attenzione del Cdm ci dovrebbe, poi, essere la legge annuale sulla concorrenza.

  

«La faremo ogni anno, a differenza del passato, così come successivamente ci saranno altri provvedimenti che completeranno l'assetto industriale», ha affermato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. Possibile che sempre nella riunione del Consiglio dei ministri approdi il decreto sull’acqua, per combattere il fenomeno della siccità, con la nomina di un commissario ad hoc ed il via libera ad un sistema di semplificazioni per liberare quasi 8 miliardi di euro bloccati dalla burocrazia. Infine nel Cdm spazio anche al nuovo decreto bollette che contiene sgravi e aiuti alle famiglie per «sterilizzare» i rincari dei prodotti energetici.

Dopodomani mattina, mercoledì 29 marzo, alle 9, comincia nella commissione Affari esteri e comunitari di Montecitorio, l’esame delle proposte di legge di ratifica ed esecuzione dell’Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021. Stiamo parlando di due provvedimenti, presentati rispettivamente dal Partito democratico, a prima firma Piero De Luca, e da Azione-Italia viva, a prima firma Luigi Marattin.

Una questione, quella del Mes, su cui la posizione del presidente del Consiglio non è cambiata. «Credo che la materia non vada discussa a monte, ma vada discussa a valle, e nel contesto nel quale opera», ha ribadito Meloni non più tardi di tre giorni fa, al termine del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea, a Bruxelles. «Il riferimento alla governance, da questo punto di vista, non è fatto a caso. E anche ad altri strumenti che sono anche più efficaci nell'attuale contesto ha aggiunto il premier-Abbiamo discusso di Unione bancaria e nel tema, per esempio, di un backstop, il Mes è una sorta di Cassazione: il primo ed il secondo grado sono l'Unione bancaria. Quindi, è un ragionamento del quale non si può discutere, se non in un quadro complessivo». Una frenata, dunque, quella di Meloni, rispetto anche alle sollecitazioni giunte dal presidente dell’Eurogruppo, Pascal Donohoe, che sempre venerdì scorso aveva sottolineato l’importanza di procedere con la piena ratifica appunto della riforma del Meccanismo europeo di stabilità.