Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Sicurezza, tra Lega e Pd scoppia lo scontro sul "salva ladre"

Edoardo Romagnoli
  • a
  • a
  • a

È scontro fra Lega e Pd sulle madri in carcere. La storia inizia dalla legge 146 del codice penale che stabilisce, in caso di condanna di una donna incinta o con un bambino al di sotto dell’anno di età, di rinviare la pena. Durante il Conte II il deputato Paolo Siani del Pd propone una modifica che, estende l’età del figlio ai 6 anni, e prevede l’eliminazione dei nidi nelle sezioni femminili degli istituti penitenziari. Lasciando però la possibilità che i bambini venissero reclusi negli Icam, Istituto a custodia attenuata per detenuti madri. La Camera approva, ma poi la proposta si arena al Senato. In una intervista proprio Siani spiegava: «Con la proposta di legge abbiamo reso obbligatorio che, al momento dell’arresto, al giudice venga subito comunicato lo status di gravidanza o l’esistenza di figli minori di 6 anni, in questo caso il giudice deve subito prendere atto della situazione di incompatibilità con il carcere». La proposta Siani è stata ripresa in questa legislatura dalla capogruppo dem alla Camera Debora Serracchiani. Il testo, presentato in Commissione Giustizia a Montecitorio, prevedeva l’istituzione di case famiglia protette, gestite da enti del terzo settore dove le donne avrebbero potuto finire di scontare la pena.

L’8 marzo di quest’anno il testo è stato emendato dalla maggioranza di Fratelli d’Italia, modifiche che non sono piaciute al Pd che ha deciso ieri di ritirare la proposta. «A questo punto l’accanimento della maggioranza contro i bambini è una certezza - ha tuonato Serracchiani - Lega e Fdi hanno invece presentato e approvato emendamenti che addirittura peggiorano l’attuale normativa, facendo finire in carcere anche le donne incinte o che stanno per partorire. I bimbi in carcere addirittura aumenterebbero di numero». Un’accusa che deriva dal fatto che nelle modifiche apportate da FdI si prevedeva la reclusione in carcere o negli Icam della donna e del figlio in caso di recidiva. «Il Pd libera le borseggiatrici Rom che usano bimbi e gravidanza per evitare il carcere e continuare a delinquere. Vergognatevi. La Lega aveva fatto passare la norma in Commissione Giustizia e ripresenterà subito il testo: è una questione di salute, giustizia e buonsenso», ha twittato Salvini annunciando che la proposta sarà "adottata" dal Carroccio.

 

 

 

Nel testo della Lega si riporta a un anno l’età del figlio, come nel testo originale, o a 3 anni se presenta disabilità gravi. Si dà al magistrato di sorveglianza la possibilità di non rimandare la pena se sussiste il pericolo di reiterazione del reato. In presenza di recidiva l’esecuzione avviene «presso un istituto di custodia attenuata per detenuti madri». Negli altri casi è prevista la detenzione ai domiciliari o «in altro luogo di dimora privata come case famiglia protette, oppure in luogo di cura, assistenza o accoglienza, al fine di provvedere alla cura e all’assistenza dei figli». Insomma si cancella l’automatismo per cui se hai un figlio non vai in carcere e si dà al magistrato di sorveglianza la possibilità di decidere caso per caso.
 

Dai blog