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Giorgia Meloni al Consiglio europeo convince l'Ue

Luigi Frasca
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 «Possiamo confermare il fatto che il tema dell'immigrazione oggi è considerato centrale, una cosa se vogliamo impensabile sino a qualche mese fa, e che viene seguito passo a passo dal Consiglio. E questa è una ottima notizia», ha dichiarato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al suo arrivo al Consiglio europeo. Sempre sulla questione immigrazione: «Mi aspetto passi in avanti». Ha sottolineato prima della riunione coi leader Ue, riunione in cui «il dossier migranti verrà aggiornato con una relazione della presidente della Commissione che racconterà dei passi concreti sulla base delle conclusioni dello scorso febbraio».

Meloni si dice soddisfatta. «Io posso dire che sono soddisfatta della bozza di conclusioni, dell'ultima versione che sta girando, che appunto chiede alla Commissione di procedere spedita e rimanda su uno stato di verifica di queste misure al prossimo Consiglio europeo», ha spiegato. Poi risponde anche sulla presunta polemica con gli alleati di governo della Lega. «No francamente non mi preoccupano», ha detto ai cronisti. «Al di là delle posizioni espresse, del necessario richiamo a continuare a lavorare per una soluzione del conflitto, per la quale ovviamente tutti lavoriamo, il punto è capire cosa sia utile effettivamente alla fine del conflitto».

Sull’Ucraina: «Io ho detto come la penso: non c'è nell'attuale contesto misura più efficace di garantire un equilibrio tra le forze in campo. L'unico modo per costringere, se vogliamo, a una negoziazione che dev'essere giusta, non si può prescindere da chi è l'aggressore e chi è l'aggredito», ha aggiunto, «non sono preoccupata perché bado, come ho detto molte altre volte, ai fatti. E nei fatti io su questo, sulla linea italiana che è una linea molto chiara, non ho mai avuto problemi». Intanto continua la manovra in cerca di alleati. «Vedo adesso il primo ministro Morawiecki, ho in programma un incontro con il primo ministro greco, forse anche allargato ad altri Paesi, in particolare sulle materie della governance e sono in contatto con Emmanuel Macron, vediamo».

Meloni nel suo intervento al vertice ha quindi rimarcato la necessità di un intervento globale che tenga conto degli «shock geopolitici» e dei loro effetti sul vicinato meridionale. Quello che succede in Ucraina ha conseguenze sul Mali e sulla Tunisia. E proprio sulla recente crisi tunisina la premier ha invitato gli omologhi a intervenire, sbloccando i fondi anche con la cooperazione del Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale. A complicare ulteriormente il quadro «la crescente presenza russa nel Sahel» che viene vista come elemento che favorisce la crisi migratoria. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha riconosciuto la necessità di «incrementare il numero di ingressi di lavoratori dai Paesi terzi» e ha citato «a questo riguardo l’esperienza estremamente positiva dell’Italia con i corridoi umanitari».

Nei fatti, sul tavolo dei leader viene esaminato il lavoro fatto finora dalla Commissione europea, il piano d’azione in trenta punti anticipato da von der Leyen nella lettera ai Ventisette. «Nelle conclusioni verrà chiarita la richiesta di procedere speditamente con l’attuazione di questo piano e di relazionare al prossimo vertice, quello di giugno, sui progressi fatti», spiegano fonti diplomatiche. Poi la premier auspica che i tempi dell’austerity siano ormai un retaggio del passato. «Per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti quindi occorre una governance più attenta alla crescita e non solamente alla stabilità. Ci sono dei passi in avanti ma su questo dobbiamo ancora lavorare molto», ha spiegato Meloni. «Su queste materie ci sono sempre delle visioni abbastanza differenti», ha ammesso il presidente del Consiglio con riferimento alle posizioni dei cosiddetti frugali. «Penso che l’Unione europea debba imparare dai suoi errori, dal passato, dalla realtà che stiamo affrontando. Oggi a noi sono chiesti importanti investimenti per la transizione ecologica e digitale, per le catene di approvvigionamento strategiche, altra scelta per la quale si modificano un’assenza di attenzione che c’è stata in passato. Non si può pensare che gli investimenti necessari a rendere competitivo il nostro sistema non vengano tenuti in considerazione nella governance», ha evidenziato la premier.

Nella conclusioni dei lavori si legge che il Consiglio europeo condanna con la massima fermezza la violenza sessuale e di genere. La Russia deve garantire immediatamente il rimpatrio in condizioni di sicurezza degli ucraini, in particolare dei bambini, deportati o trasferiti con la forza in Russia.

In tale contesto, il Consiglio europeo prende atto dei mandati d’arresto recentemente emessi dalla Corte penale internazionale nei confronti del presidente russo e della sua commissaria per i diritti dei minori per il crimine di guerra di deportazione e trasferimento illegali di bambini ucraini dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia. 

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