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Schlein, "i rischi col nuovo Pd". Chi avverte i democratici

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Giada Oricchio
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Elly Schlein tra gattopardi e rottamatori. La neo segretaria del Partito Democratico ha vinto le primarie perché in lei, il popolo dem ha visto la novità: una donna preparata politicamente, abile nella comunicazione e pronta a chiudere il rubinetto delle correnti che hanno dilaniato il partito. Sul “Corriere della Sera”, il notista Massimo Franco osserva che la linea radicale di Schlein sui diritti civili e sociali sarà utile a prosciugare il serbatoio di voti del M5s. Non a caso, i pentastellati “sfuggono alle offerte di collaborazione della neosegretaria”.

Elly Schlein sta monopolizzando le opposizioni con un abile miscela di sinistra tradizionale, grillismo e massimalismo senza rinunciare all’adesione alla Nato seppur con un appoggio all’Ucraina dai tratti più pacifisti del suo predecessore Enrico Letta. L'analista politico ha altresì evidenziato che la segretaria è cauta nella spartizione degli incarichi, ma è altrettanto chiaro che abbia dato vita alla mutazione identitaria. Un cambio inevitabile dopo le sconfitte alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 e alle regionali.

Tuttavia c’è un guado nascosto per Schlein: “Non è chiaro dove porti l’inseguimento di ogni pulsione che riempie le piazze e fino a che punto  il Pd tradizionale ‘malato’ di potere ma anche di cultura istituzionale, asseconderà la sua leader - scrive Massimo Franco -. Il timore che gli entusiasmi siano destinati a raffreddarsi, a dispetto dei sondaggi favorevoli, potrebbe presto far capolino” . Nubi all’orizzonte?

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