LO SCONTRO
Utero in affitto in Italia, il governo blocca la crociata sinistra
«I bambini vengono al mondo se ci sono una mamma e un papà. E non perché lo dice la religione. Poi uno può essere eterosessuale, omosessuale, bisessuale, transessuale, pansessuale. Viva l’amore sempre e comunque. Il bimbo viene al mondo e viene adottato se ci sono una mamma e un papà, poi gli adulti possono fare quello che credono. Ognuno è libero di amare chi vuole, basta che non si cancelli la nostra storia, il nostro passato e il nostro futuro, la mamma e il papà».
Se mai ce ne fosse stato bisogno, con queste parole Matteo Salvini blocca sul nascere la crociata di Elly Schlein che sabato a Milano ha annunciato il progetto di legge del Pd per dare diritti alle coppie omogenitoriali. Un’offensiva, quella della segretaria del Pd, dietro cui in molti vedono il tentativo di sdoganare la maternità surrogata nel nostro Paese. Un tentativo abbastanza chiaro, visto che esponenti di spicco di quel partito, come Laura Boldrini, lo ammettono senza giri di parole: «La maternità surrogata è un tema complesso, bisogna parlarne senza pregiudizi». Il vicepremier e leader della Lega si è ancora più netto e indica quale sia l’obiettivo della maggioranza: «Ci sono cattivi papà, cattive mamme, separazioni e divorzi. Però l’utero in affitto è qualcosa di obbrobrioso, dovrebbe essere un reato internazionale perseguito penalmente. Il bimbo viene adottato se ci sono una mamma e un papà».
La strada da seguire è un’altra. Il leader della Lega propone di «velocizzare le adozioni per le coppie che aspettano da anni e non hanno quarantamila euro da spendere, perché ci sono tantissime coppie che non possono avere figli, che non vedono l’ora di adottare un bimbo. La burocrazia è troppo lunga e le spese sono troppo onerose». La proposta di Salvini di istituire un «reato internazionale» è già contenuta nel disegno di legge presentato da FdI in entrambe le Camere. Un provvedimento che mira a far diventare reato il ricorso all’utero in affitto all’estero. La posizione ferma del governo era già emersa alcuni giorni fa, quando il Viminale, tramite i prefetti, ha imposto al Comune di Milano lo stop alla trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali. Anche la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, ospite a Mezz’ora in più su Rai 3, spiega quale sia il nocciolo della questione: «Maternità surrogata? Chiamiamola con il suo nome, "utero in affitto"».
La ministra preferisce utilizzare questa definizione perché «mette a fuoco il passaggio di denaro». Poi Roccella annuncia: «Adesso faremo una legge contro l’utero in affitto». E invita a leggere i contratti di maternità surrogata: «Può costare sui 100mila euro, una cosa per benestanti, ma alle donne» che mettono a disposizione il loro utero «arrivano dieci mila euro». «Si scelgono gli ovociti spiega ancora- è un mercato con connotazioni anche razziste, si scelgono le donne bianche, gli ovociti delle donne nere costano meno. Poi si sceglie la donna che presta l’utero, che di solito è bella e bionda. E si sceglie pure la religione. Hanno provato a farne una anche a Milano, poi c’è stato qualche timore, un ripensamento, e non è stata fatta, ma si fanno in tutta Europa, l’ultima è stata fatta a Parigi. Oggi attraverso le tecnologie e il mercato, soprattutto della procreazione assistita, abbiamo la possibilità di programmare un bambino senza mamma, mentre quando un bambino è adottabile si rimedia a un danno», prosegue la ministra, aggiungendo che «noi stiamo tornando indietro, non andando avanti. Stiamo tornando a delle forme di mercificazione e schiavitù del corpo femminile, che ritengo assolutamente incivili. Questo non è un fronte del progresso. È il contrario».