ritorno al passato

Democrazia Cristiana oggi, si infiamma lo scontro. Nel mirino il progetto di Rotondi

Dario Martini

Gianfranco Rotondi se lo immaginava. «Abbiamo chiesto una consulenza legale in modo che sarà impossibile per chiunque cercare di fermare il nostro progetto di far rinascere la Democrazia Cristiana», ha detto giovedì scorso a Il Tempo. Il deputato di FdI aveva ragione. In soli tre giorni sono già due i partiti che hanno rivendicato il diritto di utilizzare quel nome e, soprattutto, quel simbolo. Dopo la Democrazia Cristiana di Cirillo e Desideri, che ha tenuto il Congresso un mese fa, di cui abbiamo dato notizia ieri, spunta un’altra forza politica che promette battaglia. È la «Dc storica» del professor Nino Luciani, ricostituita ufficialmente, spiega il segretario, il 24 ottobre del 2020.

  

La battaglia, come detto, si combatte sull’utilizzo del simbolo. Ecco perché: Luciani ricorda che «mentre in questi giorni è apparsa una iniziativa di Publio Fiori per la Dc (quale iniziativa dal basso), che si appella ai cattolici perché tornino all’unità, adesso Rotondi (con iniziativa dall’alto) propone, ispirato da un "disegno della Meloni per un dialogo tra conservatori e popolari", un messaggio democristiano. E lo fa in compagnia con l’Udc di Cesa, detentore del contrassegno scudo crociato- libertas della DC. La cosa sarebbe assolutamente tranquilla, come esercizio delle sue libertà aggiunge il segretario della Dc storica - se non fosse che Rotondi è in conflitto di interessi con il suo ruolo di deputato componente della Giunta delle elezioni in quanto dovrà giudicare proprio sul nostro ricorso per essere stati esclusi dalle elezioni del 2022 e per rivendicare il contrassegno con lo scudo crociato nei confronti della Udc».

Quindi, dal momento che la Democrazia Cristiana guidata da Luciani contesta l’utilizzo del simbolo da parte dell’Udc (motivo per cui non è riuscita a partecipare alle ultime elezioni), non può accettare che Rotondi prenda posizione su una questione su cui sarà chiamato a giudicare in quanto componente della Giunta delle elezioni della Camera. È ancora più agguerrita la Democrazia Cristiana di cui abbiamo scritto ieri. Il portavoce e coordinatore politico Fabio Desideri ha fatto sapere che il segretario Antonio Cirillo «ha formalizzato una serie di diffide nei riguardi di chiunque, a vario titolo, continui ad argomentare o utilizzare simbolo e nome della Dc». Una di queste diffide è stata recapitata proprio a Rotondi. Quest’ultimo, però, annuncia battaglia: «Come sempre spuntano misteriosi eredi della Dc quando stiamo per ripartire. Ma non ci fermeremo».