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Candidati segreteria Pd nazionale: Schlein e Bonaccini, lite per i posti

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Il guado della prima assemblea, in cui Elly Schlein è stata investita ufficialmente del ruolo di segretaria Pd, è stato passato. E ha visto l’elezione di Stefano Bonaccini, uscito sconfitto alle primarie, a presidente del partito. Ora, però esiste un “secondo round” del puzzle di nomine, e riguarda la segreteria.

Una partita che si intreccia con la sfida lanciata dalla neo leader ai potentati interni (definiti ‘cacicchi’ senza risparmio di punture) e anche con gli equilibri da trovare con la minoranza interna. Il Messaggero, a questo proposito, rivela che “Schlein sarebbe pronta a offrire alcune caselle agli sconfitti, magari destinandole a donne quarantenni come Pina Picierno o Simona Bonafè. Tre, forse quattro posti, su un totale di 15-16. I ‘bonacciniani’, però, non hanno intenzione di accettare alcun ‘contentino’”.

E ancora, il quotidiano riporta la posizione di un esponente di base riformista: “Se viene assicurata una condivisione seria, garantendo nella segreteria la pluralità di posizioni che c’è nel partito è un conto. Se invece l’offerta è due-tre deleghe tanto per fare la foglia di fico, non esiste”.

Dunque, un equilibrio difficile. E anzi, si legge ancora, per uscire dall’impasse Schlein potrebbe offrire una casella di capogruppo alla minoranza, magari confermando Deborah Serracchiani alla Camera. “Ma l’offerta, comunque non ancora pervenuta, non pare allettare i riformisti. Convinti che un capogruppo a Montecitorio potrebbe finire nel cono d’ombra della leader, che siede alla Camera”.

Si tratta di un passaggio molto delicato: dall’inclusività in segreteria, infatti, si percepirà l’intensità dello spostamento a sinistra della gestione Schlein, da cui deriva, ovviamente, la permanenza al Nazareno dei moderati di centrosinistra.  

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