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Migranti, Meloni alla Camera: “La sinistra per fini politici calunnia l'Italia intera"

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Giorgia Meloni alla Camera dei Deputati per il primo question time da presidente del Consiglio. La leader di governo risponde alle domande dei parlamentari, partendo dal tema dei migranti (questione posta da +Europa) dopo le polemiche delle ultime settimane, scaturite dalla tragedia di Cutro: “Per fini politici si finisce per mettere in discussione chi salva le vite e per calunniare l’Italia intera. Dobbiamo prevenire i trafficanti e investire sulle rotte legali, la nostra coscienza è a posto. Spero che chi attacca il governo e non dice nulla sugli scafisti possa dire lo stesso. Il tragico evento del naufragio di una barca affondata che ha portato alla morte di 30 dei 47 migranti a bordo, si è svolto area Sar di responsabilità della Libia ed è stato inizialmente coordinato dalle autorità libiche. L’Italia ha poi assunto il coordinamento una volta ricevuta la comunicazione dell’impossibilità da parte delle autorità libiche di impiegare mezzi e su esplicita richiesta delle stesse”.

 

 

Un altro argomento caldo della politica è quello del Mes, con Meloni che fa un discorso preciso: “In riferimento alla ratifica del Mes vorrei ricordare che nonostante l’accordo risalga al gennaio 2021 la riforma del trattato non è stata portata a ratifica. E questo è un segnale di quanto questa materia richieda un approfondimento. Nello scorso novembre il Parlamento ha dato un mandato a non ratificare la riforma e a non aprire il dibattito in assenza di un quadro chiaro in materia di governance, di patto stabilità e in materia bancaria. Si impone una riflessione, finché a guidare un governo ci sarà la sottoscritta l’Italia non potrà mai accedere al Mes e penso neanche gli altri governi. Ha senso continuare a ragionare di uno strumento che così configurato non verrà utilizzato benché ci siano diversi miliardi depositati? Non è sensato interrogarsi sull’efficacia su questo strumento?”.

 

 

Si passa poi al clima e alle richieste sul green da parte dell’Unione europea: “Case green? Obiettivi non raggiungibili per l’Italia. Il Parlamento europeo ha ritenuto di inasprire il testo iniziale. È una scelta irragionevole, continueremo a batterci per i cittadini e gli interessi della Nazione. Non siamo pericolosi negazionisti climatici. Riteniamo che nel rispetto degli impegni presi sul clima bisogna mantenere un approccio pragmatico e non ideologico. Stiamo attivando una cabina di regia - la premessa della numero uno di Fratelli d’Italia - il governo considera il gas naturale come «il vettore necessario a mantenere l’autonomia del nostro Paese e come perno del progetto strategico di diventare l’hub energetico sul Mediterraneo. Dobbiamo essere pionieri sulle tecnologie innovative”. Poi si continua parlando del blocco alle auto benzina e diesel dal 2035: “L’Italia condivide gli obiettivi della transizione verde e quella digitale ma la stessa parola transizione presuppone un percorso graduale, non si può assecondare un processo che sull’altare della decarbonizzazione ci conduce dritti alla deindustrializzazione. Noi abbiamo intrapreso il percorso della neutralità tecnologica. Si rischia di delocalizzare la produzione automobilistica in Paesi extra Ue. Ci sono alternative per coniugare sviluppo e sostenibilità. Occorre l’uscita dai carburanti inquinanti senza punire gli interessi dell’Italia dei lavoratori. Si è aperto - ha concluso Meloni - in Europa un dibattito grazie all’Italia, la presidenza svedese ha rinviato il dibattito sull’automotive, noi siamo soddisfatti. Non si può devastare il nostro sistema produttivo e creare altri disoccupati”.

 

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