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Bologna, Matteo Lepore, sindaco Pd, fa il "lavaggio del cervello" nelle scuole sullo ius soli
Scontro in aula alla Camera tra Lega e Pd. Il tema su cui si è accesa la polemica è stato l’intervento del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, in una scuola sullo ius soli. «Il Pd fa il lavaggio del cervello ai ragazzi», l’accusa del leghista Rossano Sasso in aula che ha chiesto che il ministro Giuseppe Valditara venga a riferire in merito all’episodio in aula. «Un attacco indegno» la replica di Andrea De Maria del Pd al sindaco di Bologna che «difende i diritti civili». «Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, - ha detto Sasso in aula - ha attuato un nuovo insegnamento nelle nostre scuole. Davvero grave e inaccetabile che il sindaco Pd abbia tenuto una lezione, senza alcuna autorizzazione e si prevedono altre lezioni, in merito allo ius soli a ragazzini di 11 anni predisponendo un vero e proprio lavaggio del cervello». «Un sindaco non può dire che la legge bolognese è più giusta di quella italiana e che chiunque arriva in Italia è italiano, esiste lo ius sanguinis e non lo ius soli. Se il Pd ha intenzione di istituire l’ora di propaganda piddina nelle scuole, presenti una proposta di legge. Il ministro Valditara venga qui al più presto a riferire su questo tentativo di indottrinamento politico nelle scuole e chiedo anche al Pd di farci capire cosa pensano loro di questo nuovo modello targata Schlein: se vogliono fare propaganda politica lo facciano fuori dalla scuole». Alle parole di Sasso ha replicato il dem De Maria: «È stato consentito di fare un attacco politico in aula al sindaco di Bologna utilizzando un pretesto. Nel merito se verrà il ministro dell’Istruzione ne saremo lieti e magari potrebbe spiegare perché invece di condannare il pestaggio di quei ragazzi a Firenze da parte di estremisti di destra, abbia invece pensato bene di richiamare la preside: forse sarebbe stato un argomento più interessante per la democrazia che difendere i diritti civili come sta facendo il sindaco di Bologna».
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Di «comizio del sindaco Pd nelle scuole di Bologna con ragazzine e ragazzini per "promuovere il principio dello ius soli". Imbarazzante», parla il segretario leghista Matteo Salvini valutando l’iniziativa avviata dal Comune di Bologna, di cui riporta un video sul suo profilo Twitter. «Abbiamo deciso di approvare una modifica dello statuto del Comune di Bologna che afferma questo principio. Dobbiamo sensibilizzare tutti i cittadini, tutte le persone a promuovere quest’idea dello ius soli sia per i ragazzi che sono nati a Bologna, magari da famiglie straniere, sia per quelli che sono arrivati da fuori ma grazie alla scuola hanno conosciuto i loro amici e sono diventati cittadini di fatto», dice Lepore nel video rilanciato da Matteo Salvini. E il sindaco di Bologna, dopo l’intervento su Twitter del vicepremier, risponde sempre tramite tweet: «Invito Salvini a Bologna a parlare con i ragazzi delle nostre scuole insieme a me, cambierebbe idea sullo ius soli. Loro sono il futuro e si sentono tutti italiani. Non hanno bisogno di odiare, ma di sentirsi parte della nostra comunità. Con Lepore di schiera la senatrice del Pd Sandra Zampa: «La scuola è luogo di confronto e conoscenza. Suonano dunque davvero strane le parole che esponenti della Lega, Salvini in testa, hanno pronunciato contro il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, per il suo intervento sullo ius soli. Non si capisce quale sarebbe il problema di un sindaco che illustra a giovani studenti la questione della cittadinanza che spesso per altro interessa i loro coetanei, magari compagni di classe. Una cosa però è fuori dubbio: i giovani sapranno giudicare da soli leader politici così spaventati e ostili all’affermazione dei diritti e incapaci di pensare il futuro. Confidiamo in loro e nell’intelligente iniziativa di sindaci come Lepore». Mentre Fratelli d’italia annuncia battaglia: «Come FdI ci opporremo con forza a questa iniziativa e interrogheremo il governo. Lepore sta ripetutamente violando il suo ruolo. Evidentemente non ambisce a essere un patriota, come quelli che ha fatto cancellare dalle strade, neppure un partigiano, dato che non esistevano solo "partigiani rossi", ma piuttosto un talebano di sinistra». È il senatore FdI Marco Lisei, a scendere in campo contro il comportamento «inaccettabile» di Lepore.